Fermati dalla Guardia di Finanza, condotti in caserma e interrogati per tre ore sul contenuto dei loro articoli. E’ quanto accaduto ieri a tre giornalisti di Repubblica, Stampa e Fatto quotidiano che si trovavano a Bolzano per seguire gli sviluppi dell’inchiesta della procura di Genova sul riciclaggio dei fondi della Lega.
I magistrati liguri stanno cercando di capire a chi appartengono tre milioni di euro che dopo le elezioni del 4 marzo sono stati trasferiti dal Lussemburgo all’Italia, soldo che adesso la procura di genova sospettano possano far parte del cosiddetto «tesoro» del Carroccio, 48 milioni di rimborsi elettorali dal 2008 al 2010, non dovuti, per i quali sono stati condannati in primo grado per truffa, nel luglio dello scorso anno, Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito e per i quali è in corso l’appello.

Ieri le fiamme gialle hanno perquisito la sede Sparkasse di Bolzano, la cassa di risparmio dell’Alto Adige, e la filiale della banca a Milano, sequestrando documenti cartacei e file informatici al presidente dell’istituto di credito altoatesino, Gerhard Brandstaetter, e ad altri dirigenti.

Su quanto accaduto ai tre giornalisti Fnsi, Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Ligure dei Giornalisti e Gruppo Cronisti Liguri hanno condannato in una nota «il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di Fondi pubblici. «Sorprende – conclude la nota – la scelta ‘muscolare’ di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la liberta’ di stampa».

Un’interpellanza parlamentare sull’inchiesta della procura genovese è stata presentata ieri dai deputati del Pd Emanuele Fiano e Alessia Rotta, ai ministri dell’Interno Matteo Salvini, dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria, e del Lavoro Luigi Di Maio. «Che fine hanno fatto 46 dei 48 milioni di euro confiscati alla Lega dalla procura di Genova? Esistono profili di illegalità nell’arrivo e la rapida dipartita di oltre 24 milioni di euro su un conto aperto dalla Lega presso la filiale Unicredit di Vicenza?», chiedono tra l’altro i parlamentari.