Reality, in concorso a Orizzonti ma sicuramente meritevole di migliore collocazione, è un incubo cannibale che si nutre del non-sense dei fratelli Zucker, delle tv di Tobe Hooper e dei (non) risvegli di Brian De Palma. Il cinema di Quentin Dupieux, musicista di punta dell’electro-clash francese (come Mr. Oizo) esploso alla fine degli anni ’90 e regista oramai al quinto film, non si limita alla sterilità primitiva del citazionismo ma sperimenta con lucida intelligenza e uno sguardo ai fiori blu di Quenueau, gli spostamenti progressivi del piacere del meccanismo e del genere. L’equazione cinema/sogno, nelle mani di Quentin Dupieux, si...