Sono quattro i provvedimenti di misura cautelare, nella formula dell’obbligo di firma quotidiano, comminati ieri dall’autorità giudiziaria per gli scontri avvenuti lo scorso 12 aprile in via Veneto a Roma. Ad essere colpiti due giovani attivisti romani, uno occupante di case, l’altro occupante di Alexis, un palazzo abbandonato dove hanno trovato casa un gruppo di giovani precari. Poi c’è un militante di Marghera della rete dei centri sociali del Nord Est e un altro ragazzo residente a Perugia, ma che si trova attualmente detenuto nella casa circondariale di Ferrara.

Per i quattro il pm aveva richiesta la custodia cautelare in carcere, per i precedenti o la condotta violenta, richiesta respinta però dal Gip. I denunciati a piede libero e senza restrizioni sono 14, tra loro un ragazzo ritratto in diversi fotogrammi mentre copre con il suo corpo una ragazza stesa a terra dalle percosse di un agente. Questi incidenti sono la ragione addotta dalla magistratura per il ritorno agli arresti domiciliari di Paolo Di Vetta e Luca Fagiano, i due portavoce dei movimenti per il diritto all’abitare.

Il 12 aprile migliaia di persone sfilarono a Roma per il diritto alla casa e contro i provvedimenti del governo Renzi in materia di lavoro. In Via Veneto sono scoppiati gli incidenti tra centinaia di giovani alle forze dell’ordine. Seguirono violente cariche in piazza Barberini. Il bilancio è stato di sessanta feriti refertati tra gli agenti e un numero imprecisato tra i manifestanti, cinque attivisti arrestati, anche se poi rilasciati dopo pochi giorni. Un uomo di origine peruviane ha perso una mano a causa di un petardo, mentre il corteo ripiegava sotto il tunnel del Quirinale.