Nella lotta agli incendi il sistema della struttura nazionale risulta «inapplicabile». Lo denuncia il sindacato Usb che in una lettera del suo Coordinamento nazionale Vigili del Fuoco al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e ai responsabili del Corpo nazionale Vigili del Fuoco sottoline «l’urgenza di un ripensamento di tutta la struttura nazionale deputata alla lotta contro gli incendi boschivi, soprattutto alla luce dell’emergenza dettata dall’attuale situazione climatica».
«La situazione emergenziale – denuncia l’Usb – è ormai una triste realtà ciclica, inevitabile, prevedibile. Si scopre il fallimento delle politiche dell’amministrazione. In questi momenti in cui si spera che il fuoco risparmi gran parte del territorio nazionali, le circolari emanate risultano essere macchinose, caotiche e difficilmente applicabili nell’ordinario. Queste denotano, più che programmazione e fiducia nelle proprie risorse, approssimazione e consapevolezza delle proprie mancanze».
«Vengono creati moduli ad hoc di colonna mobile, mettendo per la prima volta alle strette l’ultima circolare che riorganizza i moduli per le Emergenze – si legge nella lettera -. Si potenzia del 25% il personale in alcune realtà con la consapevolezza delle gravi carenze organiche attuali, si raccomanda un recupero psicofisico del personale con l’età media più alta da quando esiste il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Si tenta di far funzionare un meccanismo che già dalla sua nascita risulta essere inapplicabile. Viene utilizzato l’ennesimo escamotage, denominando questa emergenza con il termine tecnico di «mobilitazione nazionale», ma le squadre attualmente ‘mobilitate’ non hanno contezza di quale sia la ‘fase’ emergenziale, ovvero dell’orario di lavoro che svolgeranno e del tempo di permanenza nei territori colpiti dall’evento».
Sotto accusa anche «un parco mezzi insufficiente ed inadatto» che «viene spostato da regione a regione creando enormi vuoti in intere macro aree. I colleghi di tutti i livelli, compresi quelli dirigenziali, risultano quasi totalmente privi di formazione adeguata sugli incendi boschivi, trovandosi a combattere un nemico sconosciuto e imponente».
«In questo scenario devastante Usb non può tacere le responsabilità, anche politiche della situazione. «Lo Stato dovrebbe creare un piano nazionale di prevenzione e lotta agli incendi boschivi con normative puntuali atte a ridurre il rischio di incendi di interfaccia, incaricando durante tutto l’anno gruppi di volontari per la pulizia di boschi, la creazione di linee tagliafuoco, manutenzione delle vasche, potenziando il lavoro di presidio e vigilanza durante i periodi di maggior incidenza e pericolosità. «Riteniamo – si conclude la lettera dell’Usb – quindi essenziale un ripensamento di tutta la struttura nazionale di risposta».