Tre miliardi di euro per la riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha confermato che nelle buste paghe dei soli dipendenti la legge di bilancio alla quale il governo sta lavorando – «Siamo ai dettagli, daremo spazio al Parlamento» ha detto – prevederà qualche spicciolo in più rispetto a quanto previsto inizialmente. «Non è una somma ingente, ce ne rendiamo conto – ha detto Conte all’assemblea della Cna – faremo di più l’anno prossimo e confidiamo che incrementando le risorse potremo metterle a disposizione anche delle imprese. Sono d’accordo con la prospettiva».

Il problema, già emerso negli ultimi giorni tra una polemica sul Pos e le invocazioni anche manettare contro l’evasione fiscale, è: a chi destinare i pochi fondi raccolti dal governo in una manovra impegnata a raccogliere fondi per bloccare l’aumento dell’Iva da 23 miliardi? Per il viceministro all’Economia Antonio Misiani (Pd) dovrebbero andare agli «incapienti» con un reddito inferiore agli 8.200 euro annui di reddito, coloro che pur avendo un contratto da dipendenti, sono stati esclusi dal bonus Irpef degli 80 euro voluto dal governo Renzi. Sarebbero quasi 4 milioni i destinatari di una somma che potrebbe arrivare a 480 euro all’anno (40 al mese) da gennaio 2020. Soldi che andrebbero in buona parte a chi è stato escluso dall’impropriamente definito «reddito di cittadinanza» perché non rientra né tra i criteri stabiliti per il patrimonio immobiliare, né tra quelli dell’Isee. Una toppa in un welfare già frantumato (Il Manifesto 8 ottobre). C’è anche un’altra ipotesi: destinare i 3 miliardi del taglio del cuneo ai redditi tra i 26 mila e i 35 mila euro, aumentando il bonus mensile a 85 euro, escludendo gli incapienti. «Apprezziamo Conte che ha il difficile compito di far quadrare la legge di bilancio – ha detto Cesare Damiano (Pd) – Chi avrà un miglioramento in busta paga? Se si tratta della stessa platea dei beneficiari degli 80 euro di Renzi, non siamo d’accordo. Devono andare agli incapienti: lavoratori poveri tra i quali è alta la percentuale dei giovani».

In un messaggio inviato alla Cna, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha auspicato un fisco che «favorisca l’imprenditorialità e lo sviluppo sostenibile, incluse regole semplici, amministrazioni efficienti ed una fiscalità equa, che non distorca la concorrenza tra operatori».