Il 4 gennaio del 2011, il giovane disoccupato Mohamed Bouazizi si dà fuoco davanti alla prefettura di Sidi Bouzid, nella Tunisia centrale. Un gesto fortemente simbolico, che lo renderà «martire» e restituirà al popolo tunisino il coraggio di uscire in strada all’urlo di la khaoufa baada al’yaoum («mai più paura»), fino a rovesciare – dopo ventitré anni di soprusi – il regime di Zine El-Abidine Ben Ali. Il 28 maggio scorso, Eya – una tredicenne della periferia di Tunisi – viene bruciata viva dal padre e muore dieci giorni dopo in ospedale. Le circostanze del delitto non sono chiare ma...
Internazionale
«In Tunisia la rivoluzione non è finita»
Tunisia . La «blogger» Lina Ben Mhenni descrive la puzza dell’integralismo dopo i «gelsomini». Nel 2011 il rogo di un disoccupato innescò la cacciata di Ben Ali. Quello di una ragazza di 13 anni, oggi, cade nel silenzio generale