Decidono di pensare musica a partire da un modo di intendere la musica proprio di Giacinto Scelsi. Da qualche suo frammento sonoro, dal suo metodo e dal suo mood. Per qualche concerto e poi per un album che adesso esce (In Nomine, Stradivarius/Milano Dischi). Scrivono poco improvvisano molto. Sono Ciro Longobardi (pianoforte), Michele Rabbia (percussioni), Daniele Roccato (contrabbasso). Usano un po’ di elettronica. Il risultato ottenuto con questo cd è semplicemente prodigioso.Rifanno Scelsi? Inventano musica simile alla sua? No. Si mettono sulla lunghezza d’onda di un musicista tra i più singolari della storia, un antiaccademico che improvvisava e registrava le sue opere durante la notte al pianoforte o all’ondiola (una specie di sintetizzatore ante litteram) e in un secondo tempo le faceva tradurre in partiture dai suoi collaboratori.

Amava i suoni unici mantenuti a lungo e le microvarianti. Il trio di In Nomine si lascia sedurre da questi elementi della poetica scelsiana e poi se ne va per la sua strada. All’ascolto dei 12 brani si rivela altrettanto singolare dell’ispiratore. Solo in apertura, nel brano che appunto si chiama In Nomine, si sente la dedica, l’evocazione quasi mistica. Longobardi è all’organo, l’elettronica pervasiva avvolgente è in primo piano, il fantasma di Scelsi si aggira… Già da subito dopo, da Aath, si cambia: arpeggi liberi pizzicati del contrabbasso, note isolate misteriose-ma-non-troppo del pianoforte, le piccole percussioni che insidiano l’accadimento sonoro. Atmosfera più «laica» e qualche tono danzante.

La squisitezza del gioco polifonico che si ammira qui è mantenuta per tutto l’album insieme a una mirabile coesione. Octobre è una melodia struggente «impudica» suonata al contrabbasso da Roccato e il brano è il più vicino al tipo della ballad anche per le punteggiature in accordi «jazz-style» del pianoforte. Un’altra melodia appassionata e arcana al violoncello si ascolta in chiusura del cd, in Incantesimo.Difficile scegliere tra questi gioielli. Mirage è free music completamente.

In Le tre figure Rabbia è magnifico nell’occupare lo spazio con suoni ora mugghianti ora luminosi. In Cyann e in Spirale il fraseggio originalissimo del piano è leggero e meditativo. E poi c’è la voce registrata di Michiko Hirayama, la vocalista musa di Scelsi, che in Michiko dice «era non solo umano ma vivente». Una nota filosofica interessante.