Cinque operai ieri mattina sono stati travolti da un tir sulla statale 7bis di Terra di Lavoro in direzione Nola. Il bilancio è di due morti e due feriti (hanno riportato diverse fratture). L’autista del mezzo è stato ricoverato sotto choc ma illeso. L’incidente è avvenuto alle 11, il gruppo stava lavorando alla manutenzione di quello che si definisce un cantiere mobile per conto di Anas: effettuavano la pulizia delle cunette quando il guidatore, un cinquantunenne palermitano, ha perso il controllo del tir travolgendoli. Per Roberto Mottola di 36 anni (sposato e padre di due figli) e Antonio Di Maio di 58 anni, entrambi casertani, non c’è stato niente da fare: sono deceduti sul colpo dopo essere stati scaraventati per una quindicina di metri in una scarpata.

Il mezzo pesante è uscito fuori strada: gli pneumatici del lato anteriore destro si sono bloccati in bilico sul burrone sottostante, sospesi nel vuoto. Il telaio è rimasto stabile sul manto stradale, salvando la vita del conducente. La procura di Nola ha avviato i rilievi. L’autista avrebbe dichiarato alla polstrada: «Non ho visto il cantiere». Gli inquirenti sono in attesa dell’esito dei test per verificare se abbia assunto alcol o stupefacenti, rischia l’accusa di omicidio stradale.

Sentiti dalla polizia anche l’unico operaio rimasto illeso e alcuni automobilisti di passaggio. Si indaga sulle condizioni di sicurezza del cantiere e sulla velocità del tir (da accertare attraverso la scatola nera). Sotto esame anche i tabulati del cellulare del conducente, per verificare se fosse al telefono, il punto di impatto sul guard rail e le tracce di sangue sul tir. Al vaglio anche i rapporti di lavoro degli operai con la ditta che stava eseguendo lavori per conto dell’Anas.

«Dopo la tragedia di Carrara, questa volta tocca agli edili impegnati nei lavori autostradali – scrivono in una nota le categorie dei trasporti e dell’edilizia, Filt e Fillea, della Cgil – È importante che la prefettura di Napoli convochi una conferenza con tutte le Stazioni appaltanti, le istituzioni locali, l’Anci e le parti sociali per richiamare tutti al rispetto della legislazione vigente in termini di prevenzione e repressione, ma prima ancora al rispetto della vita dei lavoratori».

In particolare, il sindacato cerca di riportare l’attenzione sui cantieri mobili: «Chi opera in queste condizioni – spiega Giovanni Sannino, segretario campano della Fillea – è abituato a convivere con il traffico automobilistico ma è una condizione di lavoro molto pericolosa anche quando vengono rispettate tutte le norme. Soprattutto su un asse a scorrimento veloce, basta un accidente per provocare una tragedia. La convivenza di attività edili con il traffico auto non si può conciliare in assoluta sicurezza per questo l’Anas deve ripensare i modi di esecuzione degli appalti e subappalti nei cantieri itineranti».

Il sindacato chiede accertamenti anche sulle condizioni di lavoro degli autisti, sottoposti spesso a orari massacranti per stare dentro le commesse. Per ridurre i costi spesso si finisce anche per sacrificare la manutenzione, un rischio condiviso sia dalle società che dai padroncini. Mancanza di controlli, mascherata attraverso false attestazioni, fu ad esempio una delle cause dell’incidente del luglio 2013 nell’avellinese, quando l’autista di pullman turistico perse il controllo su un viadotto causando la morte di 38 turisti e 10 feriti di ritorno da una gita a Pietralcina.

Il prossimo 28 aprile sarà la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. Feneal, Filca e Fillea si mobiliteranno con presidi in diverse città, a Roma l’iniziativa principale in piazza Montecitorio a partire dalle 15.30. A Napoli ci sarà un flash mob davanti al teatro San Carlo: caschi e croci adagiati sul manto stradale ricorderanno gli operai morti a Carrara ma anche i due operai deceduti ieri sulla strada statale verso Nola. «Nei primi quattro mesi di quest’anno – spiegano i sindacati – si registra un’esplosione di infortuni mortali. L’Osservatorio indipendente di Bologna ci ricorda che fino a oggi in totale si contano 170 morti sul lavoro. Quelli dei comparti delle costruzioni sono 34, circa il 30% in più dello stesso periodo del 2015».