In un solo giorno due sentenze del Tar hanno riaperto e richiuso le scuole in Puglia.

Prima è arrivata la decisione del Tar, sezione di Bari, che ha accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza del presidente della regione Michele Emiliano che ha disposto la chiusura di tutte le scuole e ha ordinato la loro riapertura. Pochi minuti dopo è arrivata la decisione del Tar di Lecce, di segno opposto: l’ordinanza di Emiliano va bene, viene prima il diritto alla salute e non quello all’istruzione, le scuole restano chiuse.

In questo caos politico-amministrativo dalla Regione ieri circolavano voci su una nuova ordinanza che, da lunedì 9, potrebbe riaprire le scuole. Richieste in questo senso sono arrivate da più parti negli ultimi giorni. Ad esempio dall’Ufficio scolastico regionale, dai presidi e dai sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda. La regione Puglia, dicono, dovrebbe riaprire le scuole elementari e la prima media con lezioni in presenza come stabilito dall’ultimo «Dpcm» per le regioni in «zona arancione» come la Puglia. La vecchia ordinanza di Emiliano scade il 24 novembre. Il nuovo «Dpcm» scade invece il 3 dicembre.

Nella nuova ordinanza la Regione sarebbe intenzionata ad attribuire ai presidi, ai docenti e ai genitori la responsabilità di gestire la situazione. Ieri si parlava di tutelare la scelta di chi riterrà opportuno tenere i figli a casa invece di mandarli a scuola. Visto che il governo e le regioni non sono capaci di tenere aperte o chiuse le scuole in un’emergenza sanitaria, la decisione sarebbe lasciata ai singoli. A questo può portare la crisi politica del federalismo all’italiana travolto dalla crisi del Covid: dalla scuola online alla scuola fai-da-te.

«Anche il governatore della Campania De Luca – sostiene il movimento di genitori e docenti “Priorità alla scuola” – ottemperi almeno al nuovo Dpcm, riaprendo le scuole, come richiesto da una sentenza del Tar pugliese». Oggi e domani il movimento organizzerà sit-in di protesta in tutta Italia.