«Stare lontano da casa permette di conoscersi più a fondo, proprio come fa l’amore», afferma ‘Abdallah nel romanzo Corpi celesti di Jokha Alharthi (Bompiani, pp. 260, euro 18). Qualche pagina più in là, il protagonista ricorda il padre «spirato all’ospedale al-Nahda il 26 febbraio 1992 quando Muhammad, il mio bambino con problemi di autismo, aveva un anno». ‘ABDALLAH ha moglie, tre figli, una bella casa e un buon lavoro: può dirsi fortunato. Ma ha un dolore dentro perché sua madre è morta pochi giorni dopo il parto. Forse per mano di una jinn (uno spirito maligno al femminile), forse avvelenata...