Nelle ultime 24 ore si sono registrati 24.988 nuovi casi positivi e 205 decessi. In terapia intensiva ci sono 1.536 pazienti, 125 più di martedì. Quasi la metà dei casi è localizzata in Lombardia (7.558) e Piemonte (2.827). Anche Campania e Veneto contano oltre duemila casi in un solo giorno.

La capacità diagnostica ha toccato un nuovo record, con quasi duecentomila tamponi eseguiti nella sola giornata di ieri di cui 121 mila su persone mai testate prima. L’aumento dei tamponi mantiene il tasso di positività allo stesso valore di ieri, il 12,5%. Significa che risulta positivo un tampone su otto, e uno su cinque se si escludono i tamponi di controllo e di screening.

PIÙ CHE I VALORI ASSOLUTI colpisce il trend dei dati, che dall’inizio di ottobre crescono con una regolarità preoccupante raddoppiando all’incirca ogni 7-10 giorni. In media settimanale – necessaria per eliminare l’”effetto weekend” sui tamponi – i casi giornalieri sono circa 20 mila oggi: erano 9.855 il 20 ottobre e 4.569 il 12. Simile e persino più rapida l’impennata dei decessi medi giornalieri: 153 oggi, 78 il 21 ottobre, 32 sette giorni prima. Regolare l’aumento anche delle persone in terapia intensiva, la cui progressione sembra scritta a tavolino: erano 358 l’8 ottobre, 750 il 18 ottobre, 1536 ieri.

Sono proprio le curve che ci aspetterebbe da un virus in diffusione esponenziale. Segno che le misure di contenimento previste dal Dpcm dell’8 ottobre, come l’obbligo di mascherina all’aperto, non stanno avendo effetti visibili sul contagio, anche tenendo conto del ritardo dovuto al periodo di incubazione. A questo ritmo, la soglia di 2.300 ricoverati in terapia intensiva fissata dal governo per attivare il lockdown, secondo le indiscrezioni del Corriere della Sera, sarà raggiunta ai primi di novembre. A meno che nel frattempo la curva dei contagi non venga abbassata dai primi effetti del Dpcm del 13 ottobre, quello che vietava gli sport di contatto, le cerimonie con più di 30 persone e introduceva limiti di orario a bar e ristoranti.

A DIRLO SARANNO I DATI dei prossimi giorni. Molti epidemiologi ritengono più probabile che sia piuttosto il terzo Dpcm decretato domenica scorsa a frenare il contagio: però avrà effetto solo a metà novembre. C’è dunque il rischio che la situazione sanitaria precipiti prima che il governo possa verificare l’impatto delle proprie decisioni. A quel punto sarebbe quasi inevitabile finire in un nuovo lockdown alla cieca, con misure di contenimento generalizzate e incapaci di distinguere le attività a rischio da quelle sicure, con ricadute sociali ancora più pesanti del necessario.

LA MACCHINA DEI TEST si sta dimostrando all’altezza, per il momento. Duecentomila tamponi in un giorno non sono il «piano Crisanti», che ne chiedeva due volte tanti, ma permettono finora di tenere il passo dei focolai. Peccato che sia saltato il tracciamento dei contatti, che dovrebbe indirizzare i test laddove servono di più: oggi i tamponi vengono effettuati sulla base di segnalazioni degli stessi pazienti ai medici di base, che non hanno elementi sufficienti per filtrare le richieste utili da quelle evitabili.

Per potenziare la capacità diagnostica si prevede l’utilizzo di nuovi test. Secondo il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro «i test antigenici rapidi hanno risultati buoni e sono stati consigliati anche dal Ministero per un utilizzo in determinati contesti. Ma la ricerca tecnologica ha detto Brusaferro durante un’audizione al Senato – è molto rapida e nelle prossime settimane potremo disporre di ulteriori test più facili da utilizzare» .

La situazione italiana rimane comunque migliore di quella francese, dove i numeri sono all’incirca doppi rispetto ai nostri: 38 mila nuovi casi al giorno, tremila ricoverati in terapia intensiva e fino a cinquecento vittime ogni 24 ore. Solo Usa e India denunciano una situazione più grave.

QUASI IDENTICO a quello italiano il numero di nuovi casi positivi nel Regno Unito (24.701), anche se le vittime in 24 ore sono ben 305. Va appena meglio in Spagna, con circa 15 mila casi e 160 morti giornalieri nell’ultima settimana. Sono chiusi da ieri i confini di nove regioni, tra cui quella di Madrid. Il virus circola meno in Germania, dove si registrano circa 10 mila casi al giorno e 84 decessi solo ieri. Ma anche nel paese che finora in Europa ha gestito meglio la pandemia i contagi raddoppiano ogni dieci giorni. Angela Merkel ha annunciato il lockdown “soft”: dal 2 novembre chiuderanno bar, ristoranti, cinema e teatri.