Il generale Figliuolo ha riferito di un aumento delle prenotazioni dei vaccini compreso «tra il 20 e il 40%» dopo l’annuncio dell’estensione dell’obbligo di green pass. Non è la prima volta che il commissario annuncia simili impennate. I dati della campagna vaccinale però gli danno torto: dalla fine di giugno si contano solo 120 mila nuovi vaccinati al giorno in media, la metà di quelli previsti dal commissario.

ANCHE UNA VISITA al piazzale antistante alla Stazione Termini di Roma smentisce la narrazione del commissario: l’hub vaccinale installato dalla Croce Rossa appare deserto. Sul lato opposto, però, un lungo serpentone di persone in attesa si snoda all’ombra del “dinosauro”, la caratteristica pensilina disegnata da Eugenio Montuori, e si infila in un altro tendone con la croce stampata sul pvc. Nella struttura non si somministrano vaccini ma tamponi antigenici.

Proprio quelli su cui da settimane litigano governo e sindacati.

Ancora domenica il segretario Cgil Maurizio Landini ha ripetuto che «i tamponi non possono essere pagati dai lavoratori: lavorare è un diritto». Gli ha risposto l’immunologo del Cts Sergio Abrignani che ha paragonato il tampone gratuito a un condono fiscale e coniato la figura dell’«evasore vaccinale». Invece a Roma, e davanti alle stazioni di altre 11 città italiane, i tamponi gratuiti esistono già. Da aprile la Croce Rossa Italiana li mette a disposizione di tutti, ma proprio tutti, grazie a un finanziamento della Commissione europea di nove milioni di euro.

Al contrario del governo europeista di Draghi, che considera i tamponi gratis alla stregua di un favore ai no vax, l’Unione ritiene una priorità aiutare gli Stati membri ad aumentare la capacità di screening e tracciamento. E ha assegnato 35,5 milioni di euro alla Federazione internazionale della Croce Rossa perché supporti Italia, Germania, Spagna, Grecia, Portogallo, Austria e Malta con i test antigenici gratuiti. «Facciamo circa 4.200 tamponi al giorno» spiega Davide Del Brocco, responsabile del progetto italiano. «Da aprile ne abbiamo realizzati oltre quattrocentomila e la richiesta sta aumentando».

I 325 sanitari contrattualizzati e i quasi 1.300 volontari impegnati hanno dovuto estendere da 8 a 12 ore l’orario di apertura dei centri. «Prima venivano persone che volevano essere sicure di non contagiare, magari per visitare un parente in una Rsa. Oppure chi non poteva permettersi nemmeno un tampone a pagamento, come le persone senza fissa dimora. Con il green pass la domanda è aumentata. Nel weekend sono turisti e persone che viaggiano con treni e aerei. Durante la settimana viene soprattutto chi non ha potuto o voluto vaccinarsi e ha bisogno del pass».

Nel tendone non si fanno domande ma le facce in fila lo confermano. Tanti gli stranieri, con la valigia o senza. Tra gli italiani ci sono gli habitué. «Guadagno 1.500 euro al mese e ne dovrei spendere quasi 200 per i tamponi?» chiede un insegnante che dopo tre ore di fila è vicino al traguardo. E il vaccino, gratuito e senza coda? «Mai, almeno finché è sperimentale». «Io non sono contro il vaccino, non ho paura per me» racconta una studentessa lavoratrice. «Sono qui perché rifiuto il green pass, non il vaccino. All’università sta nascendo un movimento di studenti interessante, ci appoggiano intellettuali importanti: conosci Barbero e Cacciari?». Ma il tampone serve proprio a avere il green pass. «Mi rendo conto. E infatti alla fine cederò e mi vaccinerò». Non mancano i complottisti. «Il virus viene dalla Cina, giusto?» chiede un professionista in coda mentre esibisce i risultati di altri tamponi recenti. «Anche i test sono cinesi: non è un po’ strano?».

IL TENDONE STESSO sembra una contraddizione: il governo chiude i rubinetti per spingere tutti a vaccinarsi e la Croce Rossa regala tamponi in centro città.

Un sabotaggio? «Tra i principi della Croce Rossa ci sono l’umanità, l’indipendenza, la neutralità e l’universalità» spiega Del Brocco. «La verità è che il nostro lavoro è stato apprezzato dalle autorità sanitarie locali, con cui abbiamo avuto un collegamento costante. Siamo stati un ingranaggio nel sistema più ampio della sorveglianza epidemiologica». Del Brocco parla al passato perché il progetto si fermerà il 30 settembre. Lo stop non viene dal governo. «La data era prevista già dal progetto europeo. Proveremo a proseguire, magari in altra forma, anche se il costo del personale è davvero oneroso. Sarà un problema in centri come Roma o Palermo dove la domanda è fortissima».

In effetti, almeno finché il vaccino non sarà obbligatorio, un accesso ai test più ampio possibile andrebbe a vantaggio di tutti, immunizzati e non, illuministi e complottisti. Umanità e universalità non sono solo principi della Croce Rossa ma valori che ispirano anche il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Eppure, c’è da giurarlo, il 30 settembre qualcuno al governo festeggerà.