Arrivano in extremis, in quello che con tutta probabilità è stato l’ultimo consiglio dei ministri del governo Gentiloni i milioni necessari a prorogare gli ammortizzatori sociali per le zone di crisi industriale.
Ad annunciarlo, come al solito in pompa magna è il ministro Carlo Calenda che lega la decisione alla vertenza Alcoa. I ritardi nel processo di re- industrializzazione di Sider Alloy – solo 50 assunti a settembre – rischiava di lasciare senza reddito gran parte dei 376 lavoratori diretti dello smelter di Portovesme spento dal 2013.
Non manca però un ultima promessa di Calenda: «Vediamo se entro giovedì riusciamo anche a fare aumento di capitale e riserva 5 per cento per voi. Stiamo correndo», twitta ancora il ministro riferendosi ai soldi che dovrà mettere Invitalia e alla percentuale di azioni che dovrebbero essere in mano ai lavoratori.
Il decreto legge si riferisce però a tutte le «aree di crisi industriale complessa». «Il provvedimento si è reso necessario per garantire, anche dal punto di vista finanziario, la prosecuzione degli interventi già previsti con la legge di bilancio 2018. A tale fine sono state stanziate risorse pari a 9 milioni di euro a carico del Fondo sociale per occupazione e formazione», spiega la nota di palazzo Chigi.
«Finalmente il governo, facendo seguito alle sollecitazioni della Fiom, anche durante l’ultimo al Mise su Alcoa, ha rifinanziato gli ammortizzatori sociali – scrivono in una nota i metallurgici della Cgil – . L’obiettivo per la Fiom però rimane l’individuazione di strumenti che garantiscano gli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori. Oltre che per i lavoratori Alcoa, questo provvedimento può essere utile alle tantissime imprese del sistema dell’indotto industriale presente in queste aree di crisi complesse come l’area piombinese che oggi attraversa una situazione industriale molto delicata, così come molte aree del Sud che hanno bisogno di questo strumento. Per la Fiom, nonostante questa risposta, serve quanto prima un intervento sul sistema degli ammortizzatori sociali alla luce dei peggioramenti introdotti con le ultime leggi, sia per estensione temporale e delle casistiche sia per la copertura economica», si chiude la nota Fiom.