Puntano a diventare una lobby, ma la più democratica che ci sia. «Dobbiamo crescere fino a costituire una massa critica di cui non sia possibile non tenere conto, da parte di chi cerca il consenso e chiede il nostro voto per entrare nelle istituzioni», scrive Libertà e Giustizia per lanciare la manifestazione in difesa della Costituzione che si tiene oggi a Bologna in piazza Santo Stefano (ore 11,30). Sembra una missione disperata, considerando che i luoghi della politica da anni ormai sono i meno permeabili a qualunque istanza di democrazia o cambiamento.

Capita in piena restaurazione il 2 giugno, la festa della Repubblica più sottotono, per risparmiare e per decenza (sfilano pure i militari). Solo a Bologna tira un’aria diversa, l’unico appuntamento che ha già raccolto centinaia di adesioni da una rete di movimenti ramificati sul territorio nazionale. Non ancora massa critica, ma con il sostegno di Libera, Anpi, Cgil e Fiom: ciò che resta della sinistra. Scontata l’adesione di Sel e del Prc all’appuntamento che ha per titolo “Non è cosa vostra”, con una vignetta-volantino di Elle Kappa: una tipa commenta «Diciamo che se l’è andata a cercare», l’altra risponde «Era la più bella del mondo e non gliela dava» (ogni riferimento a fatti o persone è tutt’altro che casuale). «Diciamo no alla parata militare – aderisce Paolo Ferrero, Prc – un inutile spreco di denaro contrario all’articolo 11 della Costituzione e pensiamo invece che per celebrare davvero la Repubblica si debbano celebrare i valori della nostra Carta, che vengono purtroppo continuamente calpestati».

Il palco è affollato. Insieme a Gustavo Zagrebelsky – autore del manifesto in difesa della Costituzione – prenderanno la parola Stefano Rodotà, Sandra Bonsanti, Roberto Saviano, Susanna Camusso, Maurizio Landini, Carlo Smuraglia, Giovanni Bachelet e altri. Ad ascoltarli, una piazza piuttosto nutrita, a indovinare dai treni e dai pullman prenotati da Brescia, Torino, Firenze, Milano, Vicenza, Padova, Parma, Perugia, Roma, Civitanova Marche. In piazza, un regalo a chi darà qualche euro per finanziare l’iniziativa, la Costituzione italiana con il “manifesto” di Zagrebelsky.