In Canada lo stato paga gli abbonamenti digitali
Fogli d'acero L'incentivo agli abbonamenti digitali, 50 euro e passa la paura. Anzi no
Fogli d'acero L'incentivo agli abbonamenti digitali, 50 euro e passa la paura. Anzi no
Il governo canadese è forse il primo governo al mondo ad aver varato incentivi fiscali diretti ai cittadini che comprano abbonamenti digitali ai quotidiani.
Il provvedimento deliberato nell’ultima manovra potrebbe finire per somigliare a quello immaginato dal sottosegretario Crimi in molte interviste e interventi pubblici ma tutto da verificare e ancora di là da venire. Il sistema canadese è piuttosto complesso. Vediamo meglio come funziona.
Il governo ha previsto dal 2020 al 2025 un credito di imposta sul reddito delle persone fisiche che si abbonano ai quotidiani digitali. Il credito è pari al 15% per un tetto massimo di 75 dollari canadesi (50 euro).
Per dirla con uno slogan della «Fieg» locale, due mesi di abbonamento digitale sono gratis (cioè in realtà li rimborsa il governo). Il credito arriva quindi a coprire uno o più abbonamenti digitali fino all’importo totale di 500 dollari canadesi (330 euro).
Sono esclusi esplicitamente gli abbonamenti ai «broadcaster» (niente Netflix, per capirci). Nel caso di un abbonamento abbinato carta più digitale il credito di imposta potrà essere richiesto dal contribuente solo per la parte digitale.
Il governo di Ottawa stima un costo totale della misura pari a 138 milioni di dollari canadesi (91 milioni di euro in tutto, circa 18 all’anno). In Canada, dunque, il bacino potenziale complessivo di abbonamenti digitali è stimato in 121 milioni di euro l’anno (il paese ha solo 37 milioni di abitanti).
Per provare a fare un confronto rimanendo sempre Oltreoceano, il New York Times – da solo – ha chiuso il bilancio dell’anno scorso dichiarando ricavi da abbonamenti digitali per 355 milioni di euro (400 milioni di dollari).
Mentre qui da noi tutto il gruppo Gedi (Repubblica, Stampa, Secolo XIX e testate locali), che è uno degli editori storicamente più avanti sul digitale, ne ha racimolati appena 9 (dati presi dal bilancio del 2017 alla pagina 120).
Insomma, mentre può far piacere a chiunque avere 2 mesi di abbonamento su sito o app rimborsati dallo stato è chiaro che il problema si manifesta più dal lato dell’offerta che della domanda, cioè si devono avere editori e prodotti a cui vale davvero la pena abbonarsi.
[do action=”quote” autore=”Vito Crimi, 25 marzo 2019″]«L’editoria per i cittadini è un mio pallino». Ma in che consiste? «In un incentivo per gli abbonamenti digitali ai quotidiani, con le scuole e per i giovani, ora vediamo»[/do]
Non saranno uno sconto di 50 euro o la (presunta) comodità del digitale a convincere milioni di persone a investire cifre personali importanti per l’abbonamento a un quotidiano.
Non a caso (vedi qui), comunque la si pensi in materia, il governo canadese accompagna la misura sugli abbonamenti digitali a incentivi forti, mirati e diretti alla produzione, cioè agli editori e ai giornalisti.
Una direzione diametralmente opposta a quella del governo italiano.
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