Si può comprendere la caparbietà di Ignazio Marino nel riaffermare la volontà di continuare a essere e fare il sindaco di Roma. Lascia trasparire l’orgoglio politico di chi si sente estraneo alle porcherie che da anni si annidavano nella maglia dell’amministrazione comunale, compresa quella ch’egli stesso aveva intessuto. E cerca soprattutto di dimostrare che proprio grazie alle sue decisioni è stato possibile se non smantellare, quantomeno arginare questa deriva criminale. Ma il Campidoglio non può continuare a sentirsi sotto assedio, a vivacchiare stordito da rivelazioni e incriminazioni, e con l’angoscia quotidiana di subirne altre ancora. Ormai gli amministratori romani, quelli...