Tra le nuove «abitudini» in campo teatrale, necessità fatte virtù in tempi di pandemia e post, c’è il fiorire indiscriminato di concorsi e premi di qualsiasi entità, volti a tener viva un’attività mortificata dalle restrizioni sanitarie. In questo ambito invece, la rassegna/concorso In-Box dal vivo che si tiene a Siena ormai da anni, ha caratteristiche che ne fanno una delle più attendibili e ricche di possibilità. Organizzata dalla compagnia Straligut (che può contare sulla scena impagabile della città del Palio, e sull’uso dei due preziosi e storici teatri dei Rozzi e dei Rinnovati) e con la attenta supervisione della Fondazione Toscana Spettacolo (promotrice assieme a comune regione e università), la manifestazione conta su una «giuria» tanto particolare quanto attendibile: una ottantina di esercenti e responsabili di altrettanti teatri e luoghi di spettacolo privati e pubblici.

TANTO CHE IL PREMIO (e quindi anche la conseguente graduatoria) di In-Box consiste nella «scrittura», da parte dei giurati, del titolo ritenuto di maggior interesse e gradimento per il proprio pubblico. Insomma il «verdetto», se così si può chiamare, ha una autorevolezza che non gli viene solo dal gusto o dal favore del singolo gestore, quanto dalle potenzialità che ogni performance in gara promette di esercitare sul pubblico «vero»: del resto le sale gestite sono sparse capillarmente dalle valli alpine alla Sardegna. E un altro merito è quello di affiancare a questa sezione «adulta», una rassegna/vetrina omologa che la precede di poche settimane, di teatro per i più piccoli: In-Box verde.

Il più gettonato è stato Questa splendida non belligeranza, ben scritto e messo in scena da Marco Ceccotti. Nella sua apparenza di contemporanea comedy, affronta patologie, illusioni e frustrazioni ben reali e tangibili
Il più gettonato è stato Questa splendida non belligeranza, ben scritto e messo in scena da Marco Ceccotti. Nella sua apparenza di contemporanea comedy, affronta patologie, illusioni e frustrazioni ben reali e tangibili: un infernale terzetto di marito moglie e figlio, consunti e trapassati dalla quotidianità del proprio ruolo, cui basterà un banale intoppo di convivenza, per scatenare la reazione inusitata di ognuno. Con immagini anche assai gustose, tra il figlio inguaribile necrofilo, il padre che ribalta i propri sentimenti verso Saddam Hussein, la moglie impaniata nella commedia rosa in cui ha vissuto. Notevole al di là delle «banalità» del quotidiano che porta in dote (con un riconoscimento di ispirazione a Lucia Calamaro).

AFFASCINANTE per i personaggi protagonisti, Falcone e Borsellino, il testo di Claudio Fava L’ultima estate (se ne ricorda dieci anni fa una bella edizione con Filippo Dini), aggiornato e coprodotto da Simone Luglio per Knk di Canicattì con il Metastasio di Prato. Un ritratto commovente e fascinoso dei due magistrati realizzato prima della ricorrenza che ce li ha da poco restituiti. Inverno invece era stato il primo inquietante testo apparso in Italia di Jon Fosse: la versione che ora ci offre Michele Di Mauro per Pianoinbilico appare forse troppo spinta al parossismo, ma è valso il premio per l’interpretazione a Silvia Giulia Mendola e soprattutto a Pasquale De Filippo.
Ma senza nessuna scrittura. Mentre poco di più hanno «incassato» #Nuovi poveri di Guinea Pigs Teatro, una poco professionale e comprensibile Questa lettera sul pagliaccio morto del Teatromemoria di Acerra, e lo spot pubblicitario quanto esteriore per Rimini, alla città adriatica dedicato dai bolognesi RMN…