Se l’onda di piena dei sovranisti non sommerge la democrazia europea, uno dei segnali in controtendenza rispetto allo scampato pericolo arriva proprio da dove sorgono le maggiori istituzioni della Ue, il Belgio.

Nella regione settentrionale delle Fiandre, la più ricca e conservatrice del paese, i nazionalisti di estrema destra del Vlaams Belang, alleati della Lega di Salvini, realizzano un’avanzata spettacolare – tra i 10 e 12 punti percentuali -, attestandosi intorno al 18%. Il tutto a spese della N-VA del borgomastro di Anversa Bart De Wever, di ispirazione altrettanto separatista e caratterizzata da una linea molto dura sul tema dell’immigrazione, che resta primo partito tra i fiamminghi ma che vede diminuire i propri consensi, fermandosi al 27%.

La rincorsa tutta a destra su sicurezza e migranti che ha caratterizzato le ultime settimane di campagna elettorale – De Wever, uomo forte della nuova destra locale era arrivato ad evocare perfino «retate» indiscriminate di «stranieri» per garantire l’ordine pubblico -, ha visto alla fine prevalere l’anima più radicale del nazionalismo delle Fiandre, quella che non ha mai preso le distanze dal passato collaborazionista di una parte dei fiamminghi, ma il risultato del voto potrebbe ora mettere in discussione gli equilibri politici dell’intero regno.

Destra e estrema destra raccolgono infatti oltre il 45% del voto delle Fiandre, mentre gli altri partiti della regione – i liberali di Open Vld e i centristi di Cd&v, che siedono, al pari della N-Va, nel governo federale guidato dal 2014 dal liberale francofono Charles Michel, esponente del Movimento riformatore, hanno fatto le spese della polarizzazione identitaria dello scontro politico.

Ed ora l’N-VA, cui molti elettori sembrano aver rimproverato proprio la partecipazione all’esecutivo e una diminuita verve separatista, rischia di voler recuperare terreno esercitando nuove pressioni sulle istituzioni federali e sulla Vallonia. Regione dove, a differenza di quanto accade nelle Fiandre, crescono soprattutto i Verdi e la sinistra del Ptb, che arrivano rispettivamente al 15 e al 12%, anche se i socialisti restano la prima forza politica con il 25%, seguiti dal partito del premier, il Mr con il 22%.