«Il prossimo anno l’Imu agricola sarà cancellata: dal 1 gennaio 2016 non si pagherà più. E anche l’Irap agricola dal prossimo anno non si pagherà più. Abbiamo trovato le coperture, il tutto sarà in legge di stabilità». Per un annuncio politico di questa portata, il premier Matteo Renzi ha scelto il luogo migliore: la Giornata nazionale dell’agricoltura organizzata dalla Coldiretti all’Expo di Milano. Una promessa che fa il paio con quanto dichiarato la scorsa settimana e ribadito ieri: «Quella dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa sarà un’operazione paro, paro. Ormai parlo in romano».

Il presidente del consiglio è di buon umore e ha voluto ricordare come l’ultima volta in cui era stata eliminata la tassa, i Comuni avevano dovuto anche pagare per i mancati introiti, mentre ora otterranno i 3,5 miliardi che vale la tassa. E sicuramente non è un caso che l’annuncio di Renzi arrivi proprio nel giorno in cui la Ragioneria generale dello Stato ha reso noto che le entrate tributarie e contributive del periodo gennaio-luglio sono aumentate dell’1,4% (+5.267 milioni) rispetto a un anno fa.

L’aumento è il risultato del +1,1% delle entrate tributarie e del +1,9% di quelle contributive, con un boom della Tasi che rispetto all’anno di introduzione segna un +204,6% (+1.641 milioni a quota 2.443 milioni). Il confronto, spiega il ministero dell’Economia, è influenzato dal gettito della “mini Imu” versata nel gennaio 2014, ma di competenza dell’anno 2013 e dal gettito dell’acconto Tasi 2015, pari a 2.443 milioni di euro. Inoltre, la variazione positiva di 1.641 milioni di euro è dovuta al fatto che quest’anno il versamento riguarda tutti i Comuni mentre nel 2014 riguardava solo i Comuni che avevano deliberato in materia entro il mese di maggio.

Tornando alle novità fiscali nel settore dell’agricoltura, non poteva mancare ieri la presenza del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina. Che ha ribadito «il taglio di 1 miliardo di euro di tasse per il mondo agricolo. Un impegno senza precedenti per favorire gli investimenti e l’occupazione». L’abolizione dell’Imu sui terreni riguarderà una platea di circa 3 milioni e 175 mila soggetti solo nei comuni di pianura (per un ammontare di imposta pari a 550 milioni di euro). Secondo Coldiretti lo sgravio riguarderà inoltre i contribuenti possessori di terreni situati nei territori montani e collinari che dal 2014 non hanno più beneficiato dell’esenzione, per un ulteriore ammontare di 260 milioni di euro.

«Per la prima volta dal dopoguerra viene tagliata la fiscalità in agricoltura, un peso cresciuto nel tempo che ostacola la sfida competitiva che hanno lanciato le nostre imprese in Italia, in Europa e nel mondo», ha dichiarato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. «Un intervento atteso e fortemente sollecitato che – ha sottolineato – consente alle imprese agricole italiane di recuperare importanti risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l’agroalimentare made in Italy».

L’abrogazione dell’Irap in agricoltura riguarda oltre 400mila imprese produttive (il 10% circa di tutti i contribuenti Irap), che oggi sono gravate complessivamente per circa 200 milioni di euro all’anno. «Lo sgravio dell’Irap – sostiene la Coldiretti – è fondamentale per il settore, considerando che le disposizioni di detassazione della componente lavoro a tempo indeterminato per tutti i settori produttivi ha poco inciso sull’agricoltura, caratterizzata dalla prevalenza di lavoratori stagionali per il 90%».

Ma nel settore agricolo non è oro tutto ciò che luccica. Lo sa molto bene anche Renzi che ieri ha ribadito come «sul caporalato non possiamo stare a guardare: vorremmo evitare un decreto legge, ma se sarà necessario lo faremo». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio alla Coldiretti nel quale esprime sostegno «all’impegno della vostra associazione nella lotta al caporalato che colpisce i soggetti più deboli, come donne, bambini e cittadini stranieri». «Gli ultimi tragici eventi hanno fatto emergere una piaga sociale che deve essere eradicata», aggiunge Mattarella, per salvaguardare un comparto «composto da tante piccole e medie imprese che rappresenta l’eccellenza italiana in tutto il mondo».