La rassegna “Striscia di terra feconda” è giunta
nel 2022 al quarto di secolo e vede Roberto Catucci
(Fondazione Musica per Roma) aggiungersi ai due
storici ideatori e direttori artistici, Paolo Damiani ed
Armand Méignan. Quattro giornate, tredici concerti al Teatro Studio G.Borgna, una salutare incursione/panoramica nel jazz e nelle
musiche improvvisate all’insegna della collaborazione
franco-italiana. In questo senso vanno segnalati i recital
di Luca Perciballi Organic Gestures (ospite Thomas De
Pourquery), il trio inedito con Anais Drago, Francesca
Remigi e Bruno Chevillon e un altrettanto inedito
Federica Michisanti Quartet con Louis Sclavis, Vincent
Courtois e Michele Rabbia.

IL CHITARRISTA  Perciballi (con Andrea Grossi e Andrea
Grillini) è stato selezionato dall’associazione MIDJ per
una residenza artistica con l’altosassofonista-cantante-
compositore De Pourquery, uno dei più eterodossi e
geniali musicisti francesi. L’esito di quest’incontro si è
ascoltato in un recital avventuroso e sperimentale,
condotto all’insegna dell’esplorazione sonora, della
vocalità, dell’ironia. Alla violinista Drago e alla
batterista Remigi è andato il Premio Siae 2022 (in
collaborazione la rivista “Musica Jazz”) e il loro concerto
con l’eccellente contrabbassista Chevillon dimostra la
giustezza del premio e la maturità-creatività delle due
artiste. La contrabbassista-compositrice Michisanti – dal
canto suo – ha avuto modo non solo di duettare con il
maiuscolo violinista Dominique Pifarely ma di
sperimentare le sue composizioni insieme a giganti
quali il clarinettista Sclavis, il violoncellista Courtois e il
percussionista Rabbia.

NUMEROSI i concerti che possiamo solo citare: duo
Franco D’Andrea/DJ Rocca, trio di Lucilla Galeazzi con
Courtois e Carlo Rizzo, Jazz Campus Orchestra diretta
da Massimo Nunzi, altro trio con Roberto Ottaviano e
Benjamin Moussay. Un paio di recital sono stati di
livello superiore a quello già elevato di tutta la
rassegna. In primis il trio dello straordinario batterista-
compositore svizzero Daniel Humair, ottantenne:
formazione magnifica (si ascolti il Cd “Modern Art”, Incises), drumming coloristico e fuori da qualsiasi cliché, un sassofonista da segnalare come Vincent Le Quang. Fuori dal comune per profondità, interplay,
comunicativa e “bellezza” il duo tra i clarinetti di Louis
Sclavis e la danza di Virgilio Sieni. Bravì, encore.