In questo esatto istante, in qualche parte del mondo, in Germania, in Corea, in Argentina un compositore di età indefinita sta sicuramente mettendo sulla «carta» le prime note, i primi suoni, di un quartetto per archi. E domani, probabilmente, accadrà la stessa cosa, forse a Bologna, a Madrid, a Vancouver. Lo stesso scenario non si potrebbe nemmeno immaginare se parlassimo di un trio con pianoforte, di un quintetto di fiati o di una sonata per violino e pianoforte, generi che per i compositori del nostro tempo sembrano dotati di un appeal assai più moderato. L’immaginazione, per altro, è sostenuta, in...