«Il percorso previsto dall’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) non è stato rispettato o lo è stato solo parzialmente. Bisogna intervenire». Lo ha dichiarato ieri il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, in merito ai risultati della seconda ispezione effettuata dai tecnici Ispra (l’istituto superiore di ricerca e protezione ambientale) all’Ilva di Taranto nei giorni scorsi. Secondo il ministro «ci sono le condizioni per intervenire: in quali forme lo vedremo. L’attuale assetto non garantisce il raggiungimento degli obiettivi». Quest’oggi infatti, il premier Enrico Letta riferirà alla Camera sulla situazione dell’Ilva, per poi nel pomeriggio dare il via al Consiglio dei ministri straordinario dal quale dovrà uscire la soluzione del governo.

Appare sempre più probabile che l’esecutivo integrerà l’attuale legge 231, la «salva-Ilva», con un nuovo decreto legge che preveda la nomina di un commissario ad acta che si occupi dell’attuazione dell’Aia, lasciando l’attività produttiva in mano all’azienda che resterà privata. Il nodo principale da sciogliere, resta dove reperire le risorse necessarie agli investimenti previsti dalle prescrizioni ambientali.

Intanto ieri la gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, ha concesso all’Ilva la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo sequestrati lo scorso 26 luglio, pur confermandone il sequestro (virtuale). Il provvedimento è stato notificato dai carabinieri del Noe all’azienda e ai quattro custodi giudiziari. La gip ha quindi sciolto la riserva del gennaio scorso, quando aveva sollevato – con il Tribunale dell’appello – questioni di legittimità costituzionale su diverse norme della legge 231, che la Consulta ha ritenuto in parte inammissibili e in parte non fondate il 9 aprile. La giudice ha confermato nel loro ruolo i custodi giudiziari degli impianti dell’area a caldo, disponendo inoltre che i custodi e i carabinieri eseguano una serie di controlli verificando i sistemi di monitoraggio e le emissioni degli impianti: su queste ultime disposizioni è previsto che gli organi di controllo debbano relazionare a scadenze ravvicinate.

Nel nuovo provvedimento, la gip scrive che «soltanto una puntuale, costante, e rigorosa applicazione delle prescrizioni dell’Aia e della loro scansione temporale, potrà consentire la regolare attività produttiva dell’Ilva». Restando in ambito giudiziario, l’11 giugno si terrà l’udienza del Riesame nella quale sarà esaminato il ricorso presentato dall’Ilva, contro il sequestro preventivo di beni per equivalente di 8,1 miliardi di euro disposto nei confronti della Riva Fire. Infine ieri nuovo incidente in fabbrica: un operaio ha riportato ustioni dopo essere stato investito da polveri incandescenti nel reparto Treno siviera dell’Acciaieria 2.