Il ministero dell’Ambiente vuole rendere più severe le prescrizioni anti-inquinamento per l’Ilva di Taranto, oggi ArcelorMittal Italia. Il 27 maggio il ministro Sergio Costa (M5s) ha firmato un decreto per riesaminare l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) dello stabilimento, ovvero l’atto che fissa le norme anti-inquinamento che una fabbrica deve rispettare per poter lavorare. La revisione dell’Aia era stata chiesta anche dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (Pd).

L’annuncio è stato fatto dal ministro Costa in audizione alla commissione Ambiente alla camera. Il riesame dell’Aia, ha spiegato Costa, era stato chiesto dal sindaco di Taranto in «un’istanza del 21 maggio» per ragioni sanitarie, sulla base degli «esiti del rapporto di valutazione del danno sanitario elaborati da Arpa Puglia e Asl Taranto». In questo studio si evidenzia «un rischio residuo non accettabile per la popolazione», anche alla fine del «completamento degli interventi previsti» dall’Aia del 2012. «La situazione a Taranto è ancora critica – ha detto Costa -. È un dovere procedere al riesame. Lo dobbiamo ai cittadini e ai lavoratori. Abbiamo accolto con favore l’istanza del sindaco». In base ai risultati, ha aggiunto, «si procederà a rivalutare l’Aia, eventualmente fissando più adeguate condizioni di esercizio». «Si apre una nuova pagina per Taranto – ha concluso Costa -. Il 24 giugno torneremo in città per incontrare ancora una volta i tarantini». Il sindaco Melucci in una nota ha auspicato che AlecelorMittal risponda in modo positivo all’iniziativa del ministro in un «dialogo costante e proficuo».

L’ex Ilva della città pugliese, costruita nel 1961, è la più grande acciaieria d’Europa. Nel 1995 lo stato la vende alla famiglia Riva. Nel 2012 la magistratura ne dispone il sequestro per gravi violazioni ambientali, e l’arresto di Emilio e Nicola Riva. L’Ilva viene commissariata e nel 2018 venduta al gruppo franco-indiano ArcelorMittal. Il ministro Di Maio sostiene di aver tolto l’immunità penale ai proprietari dell’Ilva ma i comitati di Taranto contestano l’affermazione e criticano da mesi il ministro e il M5s.