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Il virus del patriarcato

Il virus del patriarcato

Habemus Corpus Da un quotidiano come Libero potevamo anche aspettarcelo che, dando la notizia che in Italia è stato isolato il coronavirus, sottotitolasse «Medici donne dello Spallanzani

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 4 febbraio 2020

Da un quotidiano come Libero potevamo anche aspettarcelo che, dando la notizia che in Italia è stato isolato il coronavirus, sottotitolasse «Medici donne dello Spallanzani (meridionali) sono riusciti a fare il miracolo». In una riga sono stati capaci di definire le tre ricercatrici al maschile e a sottolineare che sono del Sud, tanto per non smentire il loro razzismo. Che un quotidiano come Repubblica, però, titolasse ieri la stessa notizia con un «Gli angeli del virus» fa davvero cadere le braccia. Siamo ancora al retro pensiero che se sei donna sei pure angelo, ovvero figura che veglia, lavora nell’ombra e accudisce come l’angelo del focolare di sorpassata memoria. Altri orrori letti qua e là specificano se le ricercatrici sono sposate o hanno figli, le definiscono «il team in rosa», «gli angeli della ricerca».

BEH, da ora in avanti vorremo sapere anche di ogni maschio che sale agli onori della cronaca la sua condizione anagrafica, se fa parte di un team azzurro o arcobaleno, se è un angelo o un demone. Dite che sono particolari superflui? Allora perché li ritenete degni di nota quando parlate di donne? A meno che non pensiate che le femmine debbano stare un po’ indietro o di lato. Per capire il grado di aderenza ai vecchi modelli del patriarcato servirebbe da parte dei maschi ancora impegolati nei fumi del sessismo (per fortuna non tutti) un gigantesco lavoro di autocoscienza. Sapete, si tratta di farsi un po’ di domande, osservare la propria esperienza e confrontarsi con altri per capire dove si inciampa perché, e qui vi do una notizia, il problema non sono le donne, non esiste una questione femminile, ma maschile.
Sono i maschi a dover lavorare sui propri fantasmi, pregiudizi, comodità, egoismi, prepotenze. È la maggior parte di loro a essere attaccata al potere come una patella e usarlo da secoli, in casa e fuori, per relegare le donne a comprimarie della scena. Se molte cose sono cambiate non è per gentile concessione maschile, ma perché le donne si sono ribellate e hanno cominciato a pretendere, chiedere, occupare posti. Le donne hanno preso voce, posto una questione politica e continuano a farlo mettendo in discussione non solo la struttura patriarcale della società, ma anche il sistema capitalistico e finanziario che governa con ferocia le esistenze di tutti, anche quelle dei maschi. E voi, uomini, in tutto ciò da che parte state? Che cosa pensate? Tocca a voi, non a noi, cambiare voi stessi.

DITE che è faticoso? Dite che secoli di incrostazioni sessiste non si eliminano dall’oggi al domani? Lo sappiamo, ma siamo certe che con tanto impegno e soprattutto volontà potete farcela. Potreste cominciare, per esempio, a mettervi nei panni delle altre e pensare come vi sentireste voi se foste definiti o trattati in modo discriminante. Vi piacerebbe essere angeli precari pagati il 16% in meno di chi svolge le vostre stesse mansioni? Sareste contenti di essere rappresentati nei partiti, alla testa delle aziende, delle banche, delle imprese quasi solo dall’altro sesso? E che ne direste di cominciare voi a occuparvi di tutto il lavoro di cura che significa lavare, cucinare, pulire, stirare, fare la spesa, occuparsi della cacca e della febbre dei figli, andare a parlare con gli insegnanti e non prendere un centesimo per tutto ciò? È uno sbatti, vero? La prossima volta che vi viene l’istinto di chiamarci angeli pensateci bene. Nel frattempo, invitiamo le brave ricercatrici, nonché mediche o medichesse, a isolare prima possibile il virus del patriarcato perché francamente ci siamo stufate.

mariangela.mianiti@gmail.com

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