Quando è arrivata la notizia che Mel Gibson sarà il regista di un remake di Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah, ho avuto un momento di malessere. Non tanto perché l’originale è sacro – non lo è – né per un senso di disgusto nei confronti di Gibson, misogino, razzista, e antisemita. Mi sono sentito male all’idea dell’arrivo di un’ondata di articoli – questo incluso – che annunciano l’ennesima riabilitazione della carriera di Mel Gibson, l’australiano che fa ritorno dal deserto dove langue dal 2006, l’anno in cui, fermato dalla polizia di Los Angeles in stato di ubriachezza, iniziò ad incolpare gli ebrei di «tutte le guerre». L’arresto e le sue dichiarazioni ebbero un effetto immediato. Il suo agente si sbarazzò di lui e molti proclamarono a gran voce che non avrebbe più «lavorato in questa città!» Ma le notizie sul suo esilio erano esagerate. Tanto per cominciare, non girava film già prima dello scandalo del 2006, e non era stato attore protagonista dal 2002, da Signs di M. Night Shyamalan. Sei mesi dopo il suo arresto, uscì nelle sale Apocalypto che ebbe un successo sia commerciale di critica. Tarantino lo nominò il suo film preferito dell’anno. Nel 2010 c’è stato un altro scandalo con accuse di violenza domestica e il rilascio di un audio di Gibson che lancia contro la sua ex-compagna Oksana Grigorieva un mix di rabbia, minacce, commenti razzisti e misogini. Fuori Controllo era uscito nel gennaio dello stesso anno ma non aveva fatto un grande incasso, e per questo fu facile per Hollywood prenderne le distanze. I suoi amici però rimasero leali. Robert Downey Jr., Danny Glover e Whoopi Goldberg difesero Gibson, e l’anno dopo Jodie Foster portò l’attore a Cannes con Mr. Beaver. Aiutò anche il fatto che quell’anno c’era Lars Von Trier a distrarre i giornalisti con le sue sciocchezze antisemite. Ma anche il film di Foster non era un granché ed a Hollywood si può perdonare tutto, ma non un botteghino magro. Sono certo che Gibson non ha ottenuto alcuni ruoli per via della sua reputazione, ma il più conosciuto è stato il cameo in Notte di Leoni 2, prima assegnatoli e poi rifiutatogli – non proprio una punizione terribile. Da quel punto in poi Gibson ha fatto ritorno in piccoli ruoli in grandi film come I Mercenari 3 o grandi ruoli in piccoli film come Blood Father fino alla Battaglia di Hacksaw Ridge che ha continuato il suo successo come regista al botteghino ma gli ha anche regalato qualche nomina agli Oscar, anche come regista. Nell’epoca di #MeToo ci sono bersagli più recenti e, con tre nuovi film in lavorazione e Il Mucchio Selvaggio, possiamo dichiarare una volta per tutte che Mel Gibson è tornato. Ma la verità è che non se n’è mai veramente andato via.