Il tema delle emissioni nocive generate dal traffico non solo automobilistico in occasione di Milano-Cortina 2026 rischia di diventare un boomerang per le Dolomiti secondo gli ambientalisti: «Il problema dell’inquinamento viene utilizzato per favorire la realizzazione di nuovi collegamenti funiviari e di piste nel cuore delle Dolomiti», denuncia Lugi Casanova di Mountain Wilderness.

A dicembre WWF e altre sigle ambientaliste hanno redatto un dossier che indica le principali criticità rilevate: «Le Dolomiti sono patrimonio dell’Unesco, ma la tutela insiste su nove isole. Le quote medio-basse non sono protette. Imprenditori e amministratori sono in accordo per nuovi investimenti, spesso ad altitudini che in futuro saranno in crisi per mancanza di neve, sbandierando la ragione della sostenibilità. Dichiarano pubblicamente che completare i collegamenti tra le varie piste porterà a una diminuzione del traffico e delle emissioni: come se gli sci e le cabinovie possano essere considerati mezzi di trasporto alternativi».

Le zone di intervento cerchiate con il rosso dagli ambientalisti nei dintorni di Cortina sono tre. Il collegamento Cortina-Civetta, la Marmolada e la Val Badia: «Imprenditori facenti capo a Dolomiti Superski, con l’appoggio pubblico del governatore del Veneto Zaia, si sono già organizzati in una specifica società per collegare con una serie di impianti da sci passo Falzarego ad Arabba per poi raggiungere, attraverso colle di Santa Lucia, Selva di Cadore e proseguire fino al carosello sciistico del monte Civetta. In Marmolada c’è la proposta, sostenuta dalle amministrazioni di Canazei e Livinallongo, per un nuovo collegamento funiviario da passo Fedaia al Sas Bianchet, fino a 3050 metri di quota. L’opera andrebbe a modificare la stessa struttura geomorfologica del versante nord della Marmolada. In alternativa c’è un progetto di collegamento sciistico che da Arabba salirebbe a Porta Vescovo per poi scendere su versante valanghivo al passo Fedaja e quindi risalire fino a sbancare ulteriormente la già devastata Punta Rocca. Per quanto riguarda la val Badia – sempre in previsione delle Olimpiadi – gli imprenditori immaginano di collegarla al passo Falzarego attraverso Valparola.
Spesso queste opere vengono realizzate un passo alla volta. Il parere dei governi locali sarebbe negativo a un intervento complessivo, ma i vari tronconi sono realizzati nel corso degli anni. Alla fine viene concesso di costruire l’ultimo pezzo su un territorio ormai compromesso. In diversi casi i lavori sono eseguiti in aree parco, SIC o sotto tutela Unesco».