L’Architetto e il Territorio si fiutano da lontano, come storia d’amore, comincia lentamente. L’Architetto, come Icaro, si cuce addosso le ali, spicca verso il cielo; volando sul Territorio fa larghi giri, cambiando prospettive, scendendo di quota con lentezza, con quella leggerezza che Calvino indica come “planare dall’alto sulle cose, senza macigni sul cuore”, per avvicinarsi sempre più all’obiettivo scelto in una casualità di seduzione dello sguardo che diventa destino. A Terra, mette i panni di quella Malinconia che Dürer delinea come riflessione, introspezione, per diventare poi Filosofo con in mano compasso e squadre, quello tra i Tre che Giorgione dipinge...