Giacomo ha visto babbo buttarsi dalla finestra quando aveva quattro anni. Per fortuna con babbo non era volata via la ricca azienda di famiglia, gestita da patrigno e sorellastra, perché lui è un po’ stralunato. Non ha alcun senso pratico, vive studiando, di tutto.

Reincarnazione compresa e crede di avere (ri)trovato papà in un traffichino romano. Che di fronte alla generosità di Giacomo si presta volentieri. Edoardo Falcone aveva diretto il promettente Se dio vuole, un’idea originale con un babbo mangiapreti che accetterebbe dal figlio l’outing omosex, ma non la sua vocazione sacerdotale puntando sulla coppia Gassmann-Giallini.

Qui invece l’idea è più fragile. Fabio DeLuigi sembra più smarrito del suo personaggio, neppure Elio Germano riesce a risollevare le sorti di una storiella che si trascina passando per una mamma tra le nuvole (Stefania Sandrelli), il suo ingrugnito secondo marito (Eros Pagni), la sua seconda figlia lesbica senza ragione narrativa (Isabella Ragonese).

Tranne un paio di sequenze a Civita di Bagnoregio, il film si svolge a Roma dove spesso si sente dire «mai ‘na gioia». Ecco, potrebbe valere anche per il film che scivola non solo senza gioia, ma anche senza fare affiorare un sorriso. .