La rivista «Granta» l’ha inserito anni fa in una delle sue celebri liste, quella dei ventuno giovani romanzieri più promettenti degli Stati Uniti, mentre l’Hay Festival di Bogotà l’ha indicato, insieme a una trentina di scrittori sotto i quarant’anni, come uno dei migliori esponenti della letteratura latinoamericana contemporanea. Una contraddizione geografica che aiuta a rendersi conto di come l’opera di Daniel Alarcón, del quale Einaudi ha appena pubblicato il secondo romanzo, Di notte camminiamo in tondo (traduzione di Ada Arduini, pp. 303, euro 20,00) non sia collocabile al riparo di una delle tante frontiere americane, e incarni – a ben...