Pare essersi dissolta la «clausola di dissolvenza», il trucco giuridico con cui il presidente del consiglio Giuseppe Conte portò fuori da una crisi sul Tav il governo giallo verde. Era marzo. Della clausola per tutto il giorno non parla più nessuno: eppure questo potrebbe essere il momento opportuno per «non dar seguito alla procedura senza che ciò generi oneri né per la stazione appaltante né per gli Stati, in coerenza con quanto previsto dal contratto di governo che prevede di ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia», queste le parole nella lettera che Conte spedì a Telt....