Uno dei più grandi appalti pubblici Consip è quello dei servizi di mensa e ausiliariato delle scuole. Riguada quasi 16mila lavoratori in tutta Italia. E dal 2014 ha visto vincere in varie zone d’Italia imprese che continuavano a lavorare nostante non paghino i lavoratori anche da 9 mesi.
A pochi giorni dallo sciopero indetto in tutta Italia da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per protestare contro il governo e i ritardi sulla promessa re-internalizzazione del servizio, è arrivata una buona notizia. Il Tar Lazio, sezione di Latina, ha accolto un ricorso dalla Filcams Cgil.
Dal 2014 con l’assegnazione dell’appalto del Lotto 5 – le scuole di Latina e Frosinone – all’associazione temporanea di imprese (Ati) tra Ma. Ca., Servizi Generali e Smeraldo è iniziato un lungo calvario fatto di soprusi nei confronti dei circa mille addetti che ha trovato il suo culmine con il mancato pagamento degli stipendi da luglio 2017 a tutt’oggi, nonostante quotidianamente le lavoratrici e i lavoratori abbiano garantito e svolto il servizio alle scuole.
Dopo le continue denunce, a novembre 2017 Consip ha revocato la convenzione all’Ati a cui sono seguiti i mancati rinnovi dei contratti attuativi da parte delle scuole. Dall’intervenuta revoca Ma. Ca. Srl ha intentato una battaglia fatta di ricorsi per continuare ad operare nell’appalto e, avvalendosi dei lunghi tempi burocratici, ha tenuto sotto scacco le lavoratrici, i lavoratori e il ministero dell’Istruzione stesso.
Il Tar ha dato completamente ragione alla Filcams e alla Cgil di Roma e Lazio difesi dall’avvocato Carlo De Marchis escludendo Ma.Ca. dai prossimi bandi e ha assicurato la continuità occupazionale dei lavoratori.
«Una grande notizia, una grande vittoria del sindacato e dei lavoratori – commenta la segretaria nazionale della Filcams Elisa Camellini – . Detto questo lo sciopero di lunedì rimane confermato perché riguarda tutta Italia e il tema generale della internalizzazione del servizio annunciata da esponenti del governo».
L’11 settembre infatti al Miur i sindacati avevano firmato un protocollo sul percorso di internazionalizzazione e di assunzione diretta del personale. In una risoluzione approvata nei giorni scorsi in Commissione Cultura addirittura si impegna il governo a stabilizzare 12mila lavoratori precari che hanno prestato servizio nel settore.
«Già da qualche settimana avevamo capito che l’impegno preso dal governo era insostenibile – spiega Camellini – in primis perché i dipendenti sono 16mila e quindi 4mila sarebbero rimasti fuori e poi perché la prosecuzione del progetto «Scuole belle» dei governi precedenti assegnava le risorse per proseguire nella gestione attuale fatta di precariato e appalti».
Il segretario nazionale Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari chiede «una soluzione di continuità dell’occupazione e del reddito di tutti i lavoratori, prevalentemente del Mezzogiorno d’Italia, che da oltre 20anni vivono in uno stato di precarietà e oggi sono in situazioni ai limiti della sostenibilità, coinvolti dal ritardo dei pagamenti dei salari ai limiti della sostenibilità».