Perfetti sconosciuti, almeno in Italia. Prendete il brasiliano Gui Amabis, musicista e produttore, autore di colonne sonore cinematografiche, talento indiscutibile. Ne avete mai sentito parlare? Eppure i suoi Memorias Luso Africanas (2011) e Trabalhos Carnivoros (2102), sono punti di riferimento musicali della Vanguardia Paulista. Ruivo em sangre (letteralmente ‘Rosso nel sangue’), terzo album, uscito a giugno 2105, arriva sul mercato italiano soltanto adesso. Fonte di ispirazione per Amabis è stato un lungo soggiorno a Lisbona nel 2014, in coincidenza con un periodo oscuro della sua vita. E, a tutti gli effetti, Ruivo è un lavoro di sapore noir, annunciato da una copertina di identico colore, unico elemento grafico un coltello. Le undici tracce, registrate tra San Paolo e la capitale portoghese, costruiscono il copione sonoro di un film cupo, dove il respiro cantautorale di Gui si fa più profondo grazie alla complessità elegante delle campionature e al canto roco della voce narrante. Un disco che spiazza, affascina, e soprattutto convince.