Il Sudan compie un altro passo verso l’uscita dalla lista dei paesi «sponsor del terrore» accettando di versare 30 milioni di dollari alle famiglie dei 17 marinai morti nell’attentato al cacciatorpediniere statunitense Uss Cole, compiuto nel 2000 nel porto di Aden da due kamikaze yemeniti che per la Casa bianca erano stati addestrati in Sudan.

Il ministro della Giustizia Nasr al Din Abdel Bari precisa che il governo sudanese si dichiara «non responsabile» per questo o altri atti terrostici, ma ha scelto di pagare «al solo scopo di soddisfare le condizioni stabilite dagli Usa per rimuovere il Sudan dalla lista nera».

L’inflazione intanto ha superato il 64% e ieri a Khartoum sono tornate le proteste contro la carenza di pane e benzina.