Sembrerà un paradosso, ma è saggezza politica: finché non fu in grado di realizzare i suoi progetti politici senza il contributo dei poteri periferici – sia feudali, che cittadini – fu il sovrano a sollecitare la partecipazione alla sua attività di governo delle componenti sociali più rilevanti. Privo di efficaci strumenti amministrativi, cercava il consenso di assemblee controllabili che ne avallassero le scelte senza esigere la condivisione di un potere realmente esercitato. Com’è naturale, però, le assemblee rifiutavano ruoli di supplenza del «consilium regni» e chiedevano una istituzionalizzazione della propria presenza politica. La dialettica tra potere centrale e poteri periferici...