Il suo volto, con quegli occhi blu e il sorriso sincero, abbiamo imparato a conoscerlo grazie ai film di Ferzan Ozpetek, che ormai non può più fare a meno di lei, o quasi. Eppure Serra Yilmaz, prima di dedicarsi al cinema, ha iniziato a recitare in teatro. Quest’anno festeggia 40 anni tondi tondi di palcoscenico. «Se ci penso mi sembra quasi impossibile che siano passati così tanti anni – ci racconta l’attrice turca – eppure è proprio così. Era il 1977 quando cominciai a fare teatro. Il cinema è arrivato qualche anno dopo, nel 1983; in Italia, invece, nel 1998 con Harem Suare e 13 anni fa anche il teatro con la pièce diretta da Angelo Savelli, L’ultimo harem, un caso unico per numero di repliche. Lo spettacolo è andato in scena per tanti anni, finché si è deciso di interrompere la tournée visto che da tre anni sono in scena anche con un altro spettacolo, La bastarda di Istanbul. Ma il pubblico ha protestato! E così L’ultimo harem verrà ripreso questo inverno. In fondo sono gli spettatori a dover scegliere, perché interrompere noi qualcosa che piace?».
Nel frattempo i nuovi progetti avanzano… Il Todi Festival (26 agosto-3settembre) si è aperto con uno spettacolo nuovo di zecca, di cui lei sarà protagonista: «Grisélidis/Memorie di una prostituta» di Coraly Zahonero, regia di Juan Diego Puerta Lopez, sax solista Stefano Cocco Cantini. E dopo Todi, il monologo sarà in tournée nelle principali città italiane.

Serra, chi è Grisélidis Réal?

Grisélidis Réal è un bel personaggio, molto affascinante (è nata a Losanna nel 1929 ed è morta a Ginevra nel 2005 per un tumore, ndr).È stata un’attivista, oltre che scrittrice e pittrice, si è battuta a lungo per i diritti delle prostitute in Svizzera e in Francia. Nel 1975 fu tra le 500 prostitute che occuparono la Chapelle Saint-Bernard per chiedere la tutela delle loro condizioni di salute. Grisélidis aveva però una sua idea della prostituzione, sceglieva lei gli uomini e poi annotava tutto. Si sforzava di capire perché alcuni uomini si rifugiassero tra la gambe delle donne che mettevano in vendita il proprio corpo. C’era in lei, quindi, un aspetto di grande umanità. I suoi scritti dimostrano quanto conoscesse bene certe persone. C’è molta tenerezza nelle sue parole. In questo spettacolo la sua storia viene fuori attraverso un collage di testi – centinaia di lettere, diari, ecc… – scelti da Coraly Zahonero della Comédie Française, che per un anno ha lavorato a questo materiale fino a portarlo in scena ad Avignone. Io ho accorciato leggermente il testo e ho tenuto soprattutto questo rapporto con il cliente. Nello spettacolo c’è, per esempio, il racconto degli incontri con un cliente nano e gobbo e molto altro ancora.
Si parla di donne e diritti, quindi. Il tempo passa, ma certe questioni restano attuali.
La difesa dei diritti delle prostitute continua ad essere un tema attualissimo. L’unica grande differenza sta nel fatto che oggi la prostituzione è nelle mani della mafia, mentre all’epoca, come la stessa Grisélidis dice, la prostituzione era una scelta libera. Lei era indipendente, ma lottava per i diritti delle prostitute.

L’estate, in genere, è il periodo in cui si lavora sui set. Oltre a prepararsi per questo spettacolo, c’è già qualche altro film all’orizzonte?

Quest’estate mi sono concentrata sul teatro. Rosso Istanbul di Franz Ozpetek è uscito da pochi mesi nelle sale e alla mia età non ci sono più così tanti ruoli nel cinema. Anche le mia coetanee si lamentano perché si lavora poco. Comunque un progetto un po’ particolare c’è, ma ne riparliamo più avanti. Diciamo solo che anche stavolta c’è lo zampino di Ozpetek, che però c’entra solo indirettamente.

Ma voi due come vi siete conosciuti?

Ci siamo incontrati a Strasburgo nel 1997, durante una rassegna cinematografica turca. Lui era lì per presentare il suo film, Il bagno turco. Ho catturato subito la sua attenzione perché parlavo italiano e turco come lui. Mi disse che mi avrebbe chiamata per il suo film successivo, ma io non ci ho creduto, pensavo fosse una frase di cortesia. Poi, invece, a febbraio si è presentato da me con una nuova sceneggiatura. E allora gli ho creduto. Così abbiamo iniziato a lavorare insieme. Mi sono sempre trovata benissimo con lui. Ridiamo molto sul set.

Dove ha imparato l’italiano?

Non l’ho mai studiato, ma quando avevo 11 anni frequentavo una famiglia italiana che viveva a Istanbul. Io sono figlia unica di due genitori entrambi figli unici. E loro, invece, avevano 7 figli. Mi ci sono buttata…ero affascinata. Nel corso degli anni ho continuato a frequentarli anche quando sono tornati in Italia, nel Mugello. E Firenze è stata la prima città italiana che ho visitato. Tra l’altro sto pensando di trasferirmi proprio a Firenze.

Lei ha sempre avuto una grande passione per le lingue, considerando il suo lavoro di interprete. Immagino le sia stato utile anche per la sua carriera di attrice.

Sì, sono due mestieri – l’interprete e l’attrice – che si alimentano a vicenda. Se avessi un’altra vita a disposizione mi piacerebbe imparare anche a suonare, a cantare, a parlare il giapponese e molte altre lingue.

Non le dispiacerà lasciare la sua Istanbul?

La mia Istanbul è molto cambiata rispetto agli anni Settanta, quando c’erano un milione di abitanti. Sarebbe bello se potesse tornare ad essere come una volta.

È una città in cui è diventato complicato vivere. Dopo il golpe fallito dello scorso anno, i giornalisti continuano ad essere sbattuti in carcere e la situazione nel Paese è sempre più tesa.

Sì, è così. Ma preferirei non parlarne, non mi piace mescolare gli argomenti. So di sembrare un po’ rude, ma credo sia meglio così.

Il suo sogno per Istanbul?

Che si proibisca di costruire con il cemento. Via libera, quindi, al legno e al cartone. Lo so che è impossibile, ma sognare ancora si può, giusto?.

Giusto. Un’ultima curiosità: come è andata la sua esperienza televisiva in Celebrity MasterChef?

Oh direi benissimo. È stato un bel gioco e come tutti i giochi anche in quel caso c’erano delle regole da rispettare. Ho conosciuto delle persone carine e simpatiche. Spesso ci incontriamo per cucinare. Insomma, mi sono fatta dei nuovi amici.