Che cosa può fare un ragazzo napoletano, diplomato in piano al conservatorio, ciclista irriducibile, vegetariano convinto, schierato contro l’illegalità diffusa che ha trasformato la sua città in «una fogna a cielo aperto»? Farsi (racco)mandare dalla mamma per entrare in polizia, un posto statale sicuro, dove scaldare la sedia e andare su internet per tutto il giorno.

Con un magistrale assolo di Carlo Buccirosso nei panni del questore, prima dei titoli di testa che richiamano la grafica dei b-movie anni’70, ci si cala in Song’e Napule, il nuovo film dei Manetti Bros, presentato fuori concorso alla festa del Cinema di Roma e accolto con applausi ripetuti del pubblico in sala. A metà tra musicarello e poliziottesco, stracarico di citazioni e riferimenti (dal pianista di Rita la Zanzara al biliardino de Il Postino fino al matrimonio di Ricomincio da tre e poi Napoli spara, Gomorra), è l’ultimo film prodotto da Luciano Martino, scomparso pochi mesi fa, maestro e amico dei fratelli Manetti coi quali aveva messo su i due precedenti, il fantascientifico L’arrivo di Wang e l’horror Paura 3D.

Song ‘e Napule, il titolo-slang richiama sia l’appartenenza alla tribù partenopea sia il versante musicale, quell’universo neomelodico affrontato con grande simpatia (questa è l’idea iniziale del film, opera di Giampaolo Morelli ossia l’ispettore Coliandro della tv) e anche la capitale del mezzogiorno viene ripresa con sguardo complice e affettuoso, mai banale, e tutto il corredo di barbieri,baristi, camionisti, portieri e commesse si destreggiano con battute ed espressioni vernacolari di sapienza antica.

«Ci siamo aiutati con l’osservazione dei tipi di strada, dei tanti modi di dire e di muoversi – spiegano i registi – volevamo raccontare Napoli ed il fenomeno, unico al mondo, dei cantanti neo-melodici (di successo nella loro città e sconosciuti dopo pochi chilometri). Facendo il film poi ci siamo innamorati della città ed abbiamo avuto la presunzione di tornare a raccontarla come oggi non si fa più: il centro città, la sua bellezza e la sua unicità come hanno fatto in passato Nanni Loy ed Ettore Scola». Paco, timido antieroe per vocazione e poliziotto per caso, ha il volto di Alessandro Roja, il Dandi di Romanzo Criminale e lo sbiadito Meroni di queste settimane. Un bel giorno Harry Potter – così lo chiamano per i capelli lisci lunghi e gli occhiali- s’imbatte nel commissario Cammarota (Paolo Sassanelli mentre Antonello Cossia è l’altro investigatore Torrione e la nera Juliet Esey Joseph dà il tocco multietnico), mastino dell’anticrimine, gli ordina di infiltrarsi nel complesso di Lollo Love, cantante neomelodico ingaggiato per il matrimonio di Antonietta Stornaienco, figlia del boss di Somma Vesuviana.

Gira voce, infatti, che alle nozze potrebbe partecipare anche O’ Fantasma, killer senza volto che Cammarota bracca da anni. A Paco non poteva capitare di peggio: rischiare la vita in prima linea, suonare musica che gli fa schifo, vestito come un cafone, taglio di capelli rasato a la page e nome nuovo ,Pino Dynamite. Finirà naturalmente in mutande («che scandalo, s’avessa verè ‘a pellecchia!») davanti alla sorella del cantante. Sarà la svolta della sua vita tra sparatorie,inseguimenti, buffe riunioni di quartiere e serenate sotto il balcone e sotto il palazzo. «Ciao cuoricina, come ti chiami?». È’ il tormentone delle centinaia di telefonate quotidiane fatte dalle fan al cellulare di Lollo Love che ha per tutte rime e canzoni, frasi galanti e frammenti di brani. «Tu per me sei sempre bella/ e mi sembri una bambina/ che non sa cos’è l’amore/mi vuoi bene come prima/ un amore innocente/ che nun sape ancora niente».

Nella colonna sonora rifulgono i classici cantanti di successo dell’hinterland vesuviano Rosario Miraggio e Pino Moccia mentre tutte le canzoni di Lollo Love (cantate realmente da Giampaolo Morelli) sono state scritte e arrangiate dagli Avion Travel e anche Serena Rossi e Franco Ricciardi, con ruoli di rilievo nella storia, si danno al canto, con un paio di brani a testa. A chiudere il cerchio c’è Peppe Servillo, vincitore anche di un festival di Sanremo, stavolta solo attore, proprio lui è ‘O Fantasma.