Entro le ore 17 di mercoledì prossimo occorre depositare i simboli, mentre il 4 settembre alle ore 12 sarà definitivo il quadro di liste, candidati e alleanze. Il Trentino Alto Adige con i suoi 796.817 elettori tornerà alle urne il 21 ottobre per rinnovare i due consigli provinciali (Trento e Bolzano) che insieme formano l’assemblea della Regione a statuto speciale.

APPENA SEI MESI DOPO la “rivoluzione” leghista, per la prima volta i tradizionali equilibri “italo-tedeschi” e l’idilliaca autonomia all’ombra delle Dolomiti rischiano di saltare. Il governatore uscente Ugo Rossi è stato clamorosamente bocciato il 16 agosto dall’assemblea del Pd trentino: 22 mani alzate ad approvare la relazione del segretario Giuliano Muzio, ma 25 contrari al secondo mandato del leader del Partito autonomista trentino tirolese.

COLPO DI SPUGNA MICIDIALE: una sfiducia personale che equivale all’azzeramento politico del “vecchio” centrosinistra. Ma in queste settimane la fibrillazione, fuori e dentro i democrats, ha fatto collassare l’intera architettura di potere che si reggeva sull’intesa con il Patt e con la Südtiroler Volkspartei (che ha garantito il seggio a Maria Elena Boschi il 4 marzo…).

All’orizzonte, si profila lo spettro “nordista”. Maurizio Fugatti è il candidato presidente della Lega che alla fine ha ottenuto semaforo verde da Michaela Biancofiore di Forza Italia. La Svp rinnova la fiducia a Arno Kompatscher, che ha collezionato il 95,8% dei consensi nella conferenza a porte chiuse di Varna, in Valle Isarco. Punta a mantenere 18 seggi su 35 nel nuovo consiglio provinciale di Bolzano, nel nome della “patria sudtirolese”.

SCONSOLATO PADRE ALEX Zanotelli, profetico comboniano trentino sulla soglia degli 80 anni: «Mi vergogno dei miei paesi che hanno votato Salvini. A Livo, dove sono nato, più del 50% ha votato Lega. Vuol dire che si è sposato il vangelo dell’odio, che non si può mettere assieme al Vangelo di Gesù: o uno o l’altro».

E Christoph Franceschini, direttore del sito d’informazione alternativa salto.bz, ricorda un paio di ultradecennali scandali bolzanini: «Abbiamo denunciato l’intreccio sul bando delle 12 centrali Enel passate a Sel, cioè la società elettrica altoatesina Südtiroler Elektrizitätsaktiengesellschaft: stiamo parlando di un miliardo di euro, non di banane.

È recente l’impegno della Cassa di Risparmio di Bolzano con i 4.400 clienti che avevano sottoscritto nel 2005 il fondo di investimento immobiliare Dolomit, gestito dalla Sgr di Deutsche Bank, che aveva registrato pesanti perdite».

È IL “SISTEMA CHIUSO” che implode. Prima la cocaina stivata nella nave che trasporta materiale grezzo dall’Argentina, poi i fallimenti a catena nel distretto del porfido. Sintomatica anche la crisi di Sait, consorzio di coop “bianche”: 76 società, 364 punti vendita, 1.800 dipendenti con i bilanci in profondo rosso. In parallelo scatta l’allarme sulle infiltrazioni mafiose.
L’economia “autonoma” non regge più sulle risorse pubbliche a fondo perduto: i controlli dei flussi finanziari registrano quasi 3 milioni di euro in cambiali, tratte, assegni scoperti. E soprattutto la relazione Dia sul secondo semestre 2017 segnala altre evidenze: 440 milioni di euro esportati nei paradisi fiscali con un migliaio di transazioni bancarie; 177 segnalazioni di attività sospette connesse alla criminalità organizzata; altre 444 operazioni rispetto ai “reati spia”.

IN TRIBUNALE A TRENTO È GIÀ approdata l’inchiesta sulla maxi-consulenza di 7,5 milioni affidata a Deloitte da Trento Rise, incubatore istituzionale fra ricerca e business (ora sciolto). Nel 2011 era presidente della Provincia Lorenzo Dellai, erede naturale dell’autonomismo democristiano di Bruno Kessler e Flaminio Piccoli. La magistratura ha rivelato una cena di Dellai con i vertici di Deloitte, insieme a imbarazzanti intercettazioni informatiche.

A BOLZANO, INVECE, si sopravvive all’eclatante monopolio dell’informazione. Lo incarna Michael Ebner, 65 anni, deputato Svp dal 1979 al 1994 ed europarlamentare per tre mandati fino al 2004. Controlla il quotidiano di famiglia Dolomiten (diretto dal fratello Toni) e dall’ottobre 2016 Alto Adige e Trentino. Da un mese ha acquisito anche l’Adige e Radio Dolomiti. Per di più presiede la Camera di commercio altoatesina.

L’ANOMALIA DEL TRENTINO Alto Adige non è più confinata nelle valli. Se non altro perché la Lega formato Salvini conta di conquistare un altro pezzo di… Padania. E il Pd di inabissarsi nelle urne prima ancora del congresso. Intanto, domani tocca al Patt scegliere se sostenere ancora Rossi in solitudine o addirittura abbandonare il centrosinistra.

IL PD È LACERATO fra l’opzione “civica” di Carlo Daldoss e l’autocandidatura di Paolo Ghezzi. L’ex direttore dell’Adige (che piace agli autoconvocati Pd come a Verdi e Mdp), di fatto, mercoledì “scende in campo” al Museo delle scienze. Il M5S, invece, è da tempo già in campagna elettorale con il candidato presidente Diego Nicolini.