Il platonico mito della caverna è usato, nella didattica, per rendere comprensibile il processo che dalla pura conoscenza sensibile (le ombre proiettate sul fondo della caverna ritenute la realtà dal prigioniero incatenato che non può voltarsi per vedere la vera origine della luce) conduce alla conoscenza razionale, costituita dalle idee, alla quale si perviene attraverso un processo di liberazione dalle catene dell’apparenza; il prigioniero, liberatosi non si sa bene come, dai vincoli che lo costringevano con il volto rivolto al fondo della caverna, dopo un peregrinare riassumibile nel latino «per aspera ad astra», raggiunge la visione del sommo bene. COMPITO...