Di Convoque seu Buda, del 2014, colpiva fra l’altro la spigliatezza, la naturalezza, con cui un artista di ambito hip hop come Criolo affrontava tutta una varietà di situazioni musicali, dalla dimensione orchestrale di gusto jazzistico al funky sbarazzino alla Prince. In Espiral de Ilusão Criolo è adesso perfettamente a suo agio in una musica così speciale per il suo paese come il samba, a cui il disco è consacrato.

Cambia la musica, ma non la vocazione a parlare della realtà che lo circonda. Nato nel ’75 in una favela di Sao Paulo da migranti arrivati dal Nordeste per sfuggire alla fame, Criolo lo fa con la sensibilità e l’esperienza di chi con la realtà ha avuto a che fare crudamente. Criolo evoca per esempio il gioco a guardie e ladri della favela: gioco non di bambini, ma di adulti e terribilmente violento, da cui sarebbe urgente uscire; e, preoccupato per l’«abisso sociale», prende di mira con una chiara allusione il prefetto di Sao Paulo e il presidente della repubblica Temer: «dei bambini viziati non possono guidare una nazione».