LUNEDI

Italia, 2019, 7’55”

musica: Salmo

regia: Younuts!

giudizio: bello

Il classico scenario apocalittico da dopo-bomba con il rapper, ultimo uomo sopravvissuto sul pianeta, che si aggira per le strade deserte di una New York distrutta, scontrandosi con il suo doppio, l’attore Alessandro Borghi nei panni di un clochard dalle trecce rasta. Lo scontro tra loro incarna il Bene contro il Male (tra i molti lungometraggi citati, a parte quelli catastrofici, c’è anche Fight Club). Bisogna dire che il mini-film di Lunedì – sicuramente il promo più spettacolare e d’azione girato dal duo Younuts! (Usbergo-Celaia) – è particolarmente violento, a cominciare dall’incipit e dall’epilogo pensati specularmente. Naturalmente un set del genere lo hanno trovato già bello e pronto a Nu Boyana, nei dintorni di Sofia in Bulgaria, dove ogni anno si realizzano decine di film e serie come la saga dei Mercenari o Thor, altrimenti ci sarebbero volute centinaia di migliaia di euro per realizzarlo. Il risultato è comunque notevole per un clip di produzione nostrana. La fotografia è firmata da Davide Manca.

THIS TOO SHALL PASS

USA, 2019, 3’46”

musica: Ok Go

regia: Ok Go

giudizio: classico

Oltre ad essere quasi sempre rigorosamente girati in piano-sequenza ed essere sorprendentemente spettacolari, i video degli Ok Go possiedono anche un’altra particolarità: alcuni di essi, come questo, non sono in playback ma realizzati con la musica dal vivo. Certo, rispetto alla prima versione del 2010, questo nuovo clip per banda musicale del brano This Too Shall Pass è probabilmente inferiore, ma comunque godibilissimo: la struttura senza stacchi di montaggio e il finale con l’inquadratura in campo lungo dall’alto che abbraccia le decine di persone che hanno preso parte all’azione, replica più o meno altri loro music video, sempre all’insegna dell’ironia e dell’allegria.

HURTS

Francia, 2019, 4’44”

musica: Tahiti 80

regia: Khamkwan

giudizio: così così

Lei (Mutchima Wachirakomain) arriva a Bangkok per lavorare come cameriera e conosce sul battello lui (Jarturong Singhajatturas), inizia così una travolgente storia di passione, tanto che lei va a vivere con lui. Ma ben presto lei scopre che in realtà lui è un donnaiolo poco di buono che beve e dissipa i soldi giocando a carte con gli amici. Narrazione banale da classico melò, scandita dalla musica del trio francese (composto da Xavier Boyer, Médéric Gontier e Pedro Resende) sullo sfondo esotico della capitale thailandese, molto suggestiva soprattutto di notte, anche grazie alla efficace fotografia di Natdanai Naksuwan.

GUNNER’S DREAM, A

UK, 1983, 5’10”

musica: Pink Floyd

regia: Willie Christie

giudizio: cult

Filo conduttore di questo e degli altri 4 clip realizzati per l’album The Final Cut (tutti diretti da Christie) è un signore con baffi, coppola e pigiama, che vive in un’ambientazione da dopoguerra. In The Gunner’s Dream lo vediamo dentro casa, in compagnia della moglie, ossessionato da una serie di visioni tra passato e presente, reali o sognate o trasmesse dalla tv; metafore di una storia che si ripete. Affacciata da un ponte – dove campeggia la scritta «Go On Maggie» – c’è una donna dal trucco molto volgare: chiaro riferimento alla Thatcher e alla coeva guerra della Falkland, cui allude un po’ tutto l’album, in parallelo alla seconda guerra mondiale in cui perse la vita il padre di Waters che compare qui in fotografia. Dopo The Wall i Pink Floyd ripetono in parte l’esperimento di creare una narrazione visionaria concept, ma Christie non ha il talento e neppure il budget di Alan Parker.