«Non ci sono neanche più i lettori cd nei computer ormai, le vendite calano e un ordine da trecento dischi di Raffaella Carrà va rispedito indietro, se non mi mandate un corriere li rovescio in strada» grida al telefono il titolare di un negozio di dischi protagonista della «micro sit-com indie rock» firmata da Lorenzo Kruger. La sceneggiatura e la direzione del corto sono proprio del cantante della band romagnola Nobraino, autore di questa manciata di minuti di delirante ironia tutta giocata sul titolo del nuovo disco L’Ultimo dei Nobraino (lo presentano stasera a Roma all’Orion club) trainato dal singolo Bigamionista, la storia di guidatore di tir con due famiglie, da due diversi lati del confine Spagna-Francia. Sulla scia dei lavori precedenti, come l’esordio The best of Nobraino del 2006 , anche questo progetto video legato al disco conferma il marchio di fabbrica di Kruger e soci: una serie di cortocircuiti di senso e un’ironia leggera, ma mai superficiale.

Se poi in questa «micro sit com» Kruger ha lavorato su una sceneggiatura, sul palco bandisce ogni tipo di canovaccio, o quasi: «durante il live cerchiamo sempre di andare oltre la scaletta, l’unica traccia scritta, mentre l’aspetto performativo nasce al momento – spiega il frontman dei Nobraino – Ogni pubblico che ci troviamo davanti ha una sua energia, che noi dal palco possiamo liberare, cosa che facciamo non a tavolino: lo spettacolo nasce più dal coinvolgimento che da una premeditazione. E se vicino al palco quella sera c’è un terrazzo, bene, quello diventerà uno spunto per rendere fisico lo show, magari arrampicandosi». Il gesto fisico è parte essenziale dei live dei Nobraino, per cui «la performance è complementare alla musica. Basta la postura o un gesto per comunicare qualcosa, non bisogna per forza rasarsi i capelli sul palco. In fondo quello che conta, come canta Kruger in Luce, una delle tracce del nuovo album, è «cadere provando a ballare» e per questo non servono parole. Nonostante il forte legame con la comunicazione verbale, «quando penso a esportare Nobraino fuori dall’Italia, dove non capiscono le nostre parole, ho concluso che funzionerebbe comunque, perché l’energia e la fisicità della musica passerebbero lo stesso».

E se da un lato lo sguardo va all’estero, dall’altro i Nobraino non dimenticano la loro Romagna e gli dedicano Bella Polkona, uno dei nuovi brani in cui cantano «non ci vogliono al nord / nonostante Amarcord», qui il riferimento va a Fellini, «con le sue visioni oniriche, le stesse atmosfere surreali che ritrovo in alcune giornate di inverno al mare. Sono cresciuto in un posto dove per tre o quattro mesi all’anno passa il mondo, poi la stagione finisce e potresti sdraiarti tranquillamente in mezzo alla strada, è come un sistema sonno veglia, che dà a noi romagnoli questa leggerezza un po’ onirica. La stessa che ritorna nelle nostre canzoni piene di joie de vivre». Tra i pezzi in scaletta anche il nuovo brano Michè, che riprende La ballata del Michè di De Andrè, con cui Kruger si era già misurato lo scorso anno proponendo una sua versione di Hotel Supramonte, a cui si aggiungono una serie di canzoni in cui l’amore entra in scivolata, in punta di piedi e i Nobraino ne cantano le diverse angolature.