Ci siamo ritrovati a fine 2017 con un disco indigesto per molti, Revival, in cui più di un ritorno in tanti hanno visto la parabola discendente di Eminem. Da questo disco però c’è da partire per arrivare a Kamikaze, pubblicato la settimana passata dopo una diretta su Instagram per annunciare le 13 nuove tracce.
Il brano Paul-Skit attacca con la registrazione di un messaggio del manager di Eminem Paul Rosenberg che gli sconsiglia di pubblicare un disco in cui si risponde alle critiche all’ultimo album. Ovviamente Marshall se ne frega, dice quello che pensa, nell’abusata epica del talentuoso dall’infanzia difficile che preferisce seguire l’istinto. Il disco è totalmente Eminem, dell’hip hop «bianco» old school di cui, forse, teme di essere ormai solo un testimonial. L’ascolto riporta a qualche decade addietro, con il disco ancorato a campionature crude e ripetitive ma che si incastonano perfettamente sul flow incessante, intriso di metriche scaltre e dove, come in altre occasioni, affiora il carattere malinconico e incazzoso, spinte allo stesso tempo dal senso di onnipotenza del rapper di Detroit.

Di Fall è stato pubblicato il video dove Slim Shady legge i commenti sprezzanti che gli arrivano dai social dopo Revival, e non la prende bene. Kamikaze diventa una rivalsa contro chi ha osato criticarlo ma senza il dono dell’umorismo, tanto che si trasforma in una serie di dissing sparsi come mine in tutto l’album. Una diatriba tipica dell’hip hop Usa che da questa parte dell’Oceano fa un po’ tenerezza, se non fosse che si acuisce in rime omofobe, perché a 46 anni il maschio alfa prende, per esempio, spunto dal coming out di Tyler The Creator per etichettarlo come «finocchio». Innumerevoli vengono presi di mira, come Joe Budden, Machine Gun Kelly oppure Lil Yachty e Lil Pump (in The Ringer), secondo Marshall emuli di Lil Wayne, tutti additati come incapaci. Ma in generale è chiaro che è proprio la trap a fargli schifo. Confermato anche in Not Alike in cui, con una farcitura d’insulti, prende le distanza dalla scena.La copertina dell’album è un omaggio a Licensed to III, il debutto dei Beastie Boys: Eminem alla morte di Adam Yauch aveva raccontato di quanta influenza avesse avuto su di lui quel disco. Prodotto da DR DRE e Eminem, l’ultima traccia è la colonna sonora del prossimo film Marvel, Venom.