Sono stati 167.206 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 1.097.287 tamponi, il tasso di positività è risalito al 15,2%. I morti sono stati 426 (ma 56 risalgono a giorni precedenti) per un totale di 144.770. I ricoveri ordinari sono diminuiti di 36 unità, 20.001 in tutto; le terapie intensive occupate sono 1.665, in calo di 26; 2.694.915 le persone in isolamento domiciliare. La regione con il maggior numero di nuovi casi è sempre la Lombardia (27.808) seguita da Veneto (19.820), Emilia Romagna (19.028), Lazio (14.987) e Piemonte (14.207).

IN LOMBARDIA, in particolare, la regione denuncia un boom di contagi nella fascia 3-5 anni: tra il 17 e il 23 gennaio hanno contratto il Covid in 12.052; la variazione settimanale dalla riapertura delle scuole segna più 75,39%. Il totale degli alunni lombardi in quarantena è di 115.262, la settimana precedente erano 67.433; 9.441 le classi e 6.225 gli operatori scolastici in isolamento. In Veneto tra l’11 e il 25 gennaio sono state coinvolte da casi di Covid 15.289 classi, 5.436 in quarantena. Gli studenti coinvolti sono stati 271.932, 96.339 in isolamento.

L’ANP – Associazione nazionale presidi ha fatto un nuovo sondaggio tra gli iscritti, aggiornato a venerdì scorso, spiega il presidente Antonello Giannelli: «Hanno partecipato 1.300 dirigenti. Il 21 gennaio circa il 32% di classi erano in dad alla scuola dell’infanzia e il 23% alla scuola primaria. Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, con una popolazione in larga parte vaccinata, la percentuale di dad scende al 9% cui si contrappone un 29% di classi in didattica mista per un totale di 38% di classi in qualche modo assenti. Per quanto riguarda docenti e Ata, la media nazionale degli assenti si attesta intorno al 7%».

IN BASE AI DATI OMS, l’Italia è al secondo posto in Europa per il numero di vittime Covid nella settimana dal 17 al 23 gennaio con 4,1 decessi ogni 100mila abitanti. Al primo posto nell’area c’è la Russia (3,3 ogni 100mila abitanti). Sul terzo gradino il Regno unito (2,8 per 100mila abitanti). Dalla metà di dicembre, il numero di contagi in Europa ha continuato a crescere e l’Italia resta fra i primi paesi anche su questo fronte: con 1.231.741 casi in 7 giorni (2.065,2 per 100mila abitanti) è seconda dopo la Francia con oltre 2,4 milioni di nuovi casi (3.757,4 ogni 100mila abitanti). Terza la Germania (715.470 casi; 860,3 per 100mila abitanti).

I NUMERI SULLA MORTALITÀ in Italia risentono di due fattori: l’inserimento nel calcolo anche di chi muore con il virus ma non per il virus e l’anzianità della popolazione. Il report dell’Iss, pubblicato ieri, mostra infatti che l’età media dei deceduti e positivi al Sars-CoV-2 è di 80 anni (con l’età mediana a 82 in un range che va da 0 a 109 anni). La maggior parte è stata ricoverata in ospedale ma non in terapia intensiva, i vaccinati hanno un’età media più alta e più patologi. Le donne decedute sono il 43,6%. L’età mediana dei pazienti è 43 anni. Lo studio si basa su un campione di 138.099 cartelle cliniche.

NEL 2021 il 23,8% dei deceduti positivi è stato ricoverato in terapia intensiva, il 58,5% è stato ricoverato in ospedale (Pronto soccorso o altri reparti) e il 17,7% non era ricoverato. L’andamento dei decessi in terapia intensiva è variato nel corso dell’anno: dal 17,8% nel mese di gennaio al 38% di luglio per poi calare fino a dicembre (21,3%). Nella popolazione di deceduti con età inferiore a 80 anni, il 44% è stato ricoverato in terapia intensiva, il 42,3% in altro reparto e il 13,7% non era in ospedale. Tra gli over 80, l’8,2% era in intensiva, il 71,1% in altro reparto e il 20,7% non era in ospedale. Analizzando le cartelle cliniche di 8.436 deceduti, l’Iss rileva che il numero medio di patologie osservate è di 3,7. L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comune (93,3%) seguita da danno renale acuto (25,4%), sovrainfezione (21,0%) e danno miocardico acuto (10,4%).

RISPETTO AI DECEDUTI non vaccinati, i vaccinati con una o due dosi avevano un’età media superiore (rispettivamente 82,6 e 84,7 contro 78,6). Anche il numero medio di patologie osservate è più alto nei gruppi di vaccinati con una o due dosi rispetto ai No vax (rispettivamente 5 e 4,9 contro 3,9 patologie preesistenti). Tra i morti nella fascia 16 – 59 anni, si riscontrano patologie pregresse come ipertensione, obesità e diabete.