Negli anni settanta “il nazionalismo veniva giustificato come risposta allo sfruttamento economico o all’arretratezza imposta dal potere politico, si presentava come un movimento politico necessario per arrivare alla modernità. Era facile estendere questo ragionamento ai popoli e ai territori tenuti ingiustamente ai margini dai centri “metropolitani”. Agli Stati baltici, ad esempio, che volevano sfuggire all’immobilismo russo; alla Catalogna, sempre più avanti dell’arcaico centralismo castigliano; all’Italia del nord, limitata dalla burocrazia romana e meridionale; al Quebec, luogo di una rivoluzione tranquilla che voleva lasciarsi dietro un Canada retrogrado. La Scozia resta il fattore principale nella possibile rottura politica del Regno Unito,...