Il nuovo Re Leone è da qualche giorno nelle sale cinematografiche del nostro paese e, per quanto sia stato anche pesantemente criticato, al botteghino ha frantumato una serie di record dopo l’altro. Il film d’animazione con gli incassi più alti di tutti i tempi, il musical, il remake con gli incassi più alti di tutti i tempi e la lista potrebbe continuare ancora. Ci sembra questo il momento più adatto allora, per rivangare nel passato controverso di Kimba, pardon Simba, e dei suoi compagni e di come questa pellicola – sia la versione animata che il remake digitale – sia velenosamente legata ad un manga ed una serie animata prodotta nell’arcipelago giapponese decenni prima.
Nel 1950 il dio del manga Tezuka Osamu serializza per riviste giapponesi, per circa quattro anni, Janguru taitei (Kimba – il leone bianco). Il fumetto narra le avventure del protagonista, un cucciolo di leone, e il suo rapporto con gli altri animali e con la razza umana. Il manga è un successo e negli anni sessanta viene trasposto, anche grazie a fondi americani, in una serie animata, la prima a colori in Giappone, che diventa negli anni successivi popolarissima anche all’estero, Stati uniti d Italia compresi. Tezuka fin da ragazzo è un accanito ammiratore dell’opera di Waly Disney a cui si ispira molto, specialmente per quel che riguarda il tratto del suo disegno.

LA LEGGENDA vuole che da bambino Tezuka abbia visto centinaia di volte Bambi, tanto che nei primi anni sessanta si parlò proprio del mangaka giapponese come possibile matita a cui affidare la trasposizione in fumetto di Bambi. Quando nel 1994 uscì Il Re Leone, il lungometraggio animato che è ora e a ragione considerato un classico, nell’arcipelago nipponico ma anche fra le schiere di appassionati di manga e di animazione giapponese si scatenò un putiferio. La pellicola Disney ricordava troppo da vicino, in ambientazioni e soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, il lavoro di Tezuka. Molti hanno gridato, e continuano a farlo, al plagio, mentre la Disney si è più volta difesa dichiarando che se c’è stata ispirazione, si tratta di qualcosa di indiretto e filtrato. Resta il fatto che le similitudini sono davvero marcate, in Il Re Leone il cattivo è un grosso leone di nome Scar con una criniera nera ed una cicatrice sull’occhio sinistro, in Kimba il cattivo è un leone chiamato Bubu con una cicatrice al posto dell’occhio e con una criniera nera. Scar ha tre iene maculate come compari, mentre Bubu ne ha due. Entrambi i lavori inoltre hanno come coprotagonisti un saggio mandrillo ed un uccello chiacchierone.

MA LE SOMIGLIANZE continuano, compresa la scena del leone protagonista su una rupe, o altre che toccano anche le espressioni dei protagonisti ed i fondali scelti. Per chi avesse voglia di approfondire basta farsi un giro in rete, su youtube ci sono video che esplorano senza lasciare dubbi la questione o, ancora meglio leggersi dei libri o dei capitoli in volumi dedicati alla controversia. Tezuka muore nel 1989 e, forse fortunatamente, non riesce quindi a vedere Il re leone, e successivamente la Tezuka Production decide di non intentare causa a Disney, forse per rispetto verso l’artista da poco scomparso grande ammiratore della compagnia del topo, ma anche forse per paura di svenarsi economicamente contro un gigante come la compagnia americana.
Nel 1997 la Tezuka Production riesce a realizzare un lungometraggio animato tratto dal manga di Tezuka, un progetto che era nei piani della compagnia da parecchio tempo. La produzione iniziò infatti nel 1988, ma la dipartita del maestro fermò e ritardò il tutto. Sembra che la Disney, qui il condizionale è d’obbligo, fosse sul punto di denunciare la compagnia giapponese per plagio, ma sarebbe stato davvero troppo e, fortunatamente, non se ne fece nulla.

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