C’è una piccola fotografia che gira in tutte le redazioni dei giornali asiatici. È del 2012 e raffigura un parlamentare dell’Awami League, il rampante Towhid Jung Murad, che bacia in testa Sohel Rana, il proprietario del Rana Plaza di Dacca, un palazzone malandato di otto piani più uno in costruzione che, la mattina del 24 aprile del 2013, implode su se stesso come se venisse colpito dall’urto di un terremoto. Un «urto» che uccide più di mille persone. Il proprietario Sohel Rana, destinato nel giro di pochi giorni a cadere, come il suo palazzo, dalle stelle alla polvere, diventa il...