A pochi giorni dall’annuncio che The Irishman di Martin Scorsese – dove il regista torna a lavorare con Robert De Niro per la prima volta dal 1995 di Casinò – sarà presentato in apertura del New York Film Festival, «Deadline» ha riportato che l’attore sarebbe in trattative anche per il prossimo film di Scorsese, tratto dal libro del giornalista David Grann (autore anche di Lost City of Z): Killers of the Flower Moon: The Osage Murders and the Birth of the Fbi . Il libro racconta la vera storia di una serie di omicidi che colpirono la Nazione Osage, in Oklahoma, negli anni Venti. I nativi Osage avevano infatti diritto a una percentuale sui ricavi del petrolio che veniva estratto dalle loro terre, ma erano posti sotto la «tutela» di avvocati e uomini d’affari bianchi.

FRA IL 1920 e il ’25 circa 60 Osage vennero uccisi per potersi impossessare dei loro diritti sul petrolio, e il caso fu uno dei primi a venire investigato da agenti sotto copertura della neonata Fbi (allora ancora Bureau of Investigation). Per gli omicidi venne condannato fra gli altri William Hale: il criminale al quale De Niro dovrebbe prestare il volto nel film di Scorsese. Lo ha comunicato lo stesso regista al capo Osage Geoffrey Standing Bear nel corso di un incontro sul contributo linguistico e culturale che gli Osage daranno al film. «Ciò che mi ha colpito del libro – ha detto Scorsese a Standing Bear secondo ’Osage News’ – è il senso intrinseco del male, quel qualcosa dentro di noi che ci rende capaci di compiere questi atti malvagi».