Il procuratore generale democratico di New York, Eric Schneiderman, ha rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione sul New Yorker delle testimonianze di quattro donne che l’hanno accusato di violenza e abusi fisici.

SCHNEIDERMAN era procuratore generale dal 2011 e la sua rielezione sembrava certa; non era solo il procuratore generale di uno Stato: era l’astro nascente più luminoso del partito democratico; estremamente amato, era noto per essere un oppositore di Trump e per presentare continue e puntuali cause legali contro questa amministrazione cercando di difendere la democrazia.

Singolarmente o mettendosi alla guida di coalizioni, come nel caso della cordata di 16 Stati contro la decisione di porre fine al programma Daca, Deferred Action for Childhood Arrivals che consente alle persone prive di documenti arrivati negli Usa bambini di evitare l’espulsione; o ancora, quella per restare nel trattato di Parigi a livello locale nonostante Trump abbia fatto uscire gli Stati uniti; o quella per difendere la Netneutrality sotto attacco. Sempre dalla parte giusta della storia Schneiderman era proprio il simbolo e il difensore legale della resistenza americana che rema nella direzione opposta a quella di Trump.

FIN DALL’INIZIO il procuratore era stato un veemente sostenitore del movimento #MeToo ed aveva fatto causa alla Weinstein Company, che ha sede a New York, per non aver seguito le leggi su le discriminazioni di genere e sulle molestie sessuali, ed è ironico che a pubblicare il reportage contro di lui sia stato lo stesso reporter che aveva pubblicato quello contro Weinstein, Roman Farrow. Ora Schneiderman è dall’altra parte del tribunale: 4 donne lo accusano di averle aggredite fisicamente durante il periodo in cui avevano una relazione con lui, cercando di soffocarle e schiaffeggiandole violentemente. Spesso i fatti sarebbero avvenuti dopo il consumo di alcool e, come nella prassi di ogni rapporto abusante, hanno confessato di essere state minacciate una volta espressa l’intenzione di interrompere la relazione.

«NELLA PRIVACY di alcune relazioni intime ho praticato alcuni giochi di ruolo e altre attività sessuali consensuali – ha dichiarato Schneiderman – Non ho aggredito nessuno e non sono mai stato coinvolto in sesso non consensuale, una linea che non oltrepasserei mai». Al governatore di New York Andrew Cuomo, principale alleato del procuratore, sono bastate tre ore per chiedere le sue dimissioni che Schneiderman ha rassegnato da lì a poco, spiegando che quelle pubblicate sul New Yorker sono «accuse serie che io respingo con forza; sebbene non siano collegate alla mia condotta professionale mi impedirebbero di guidare il lavoro del’ufficio in questo momento critico». Non si sa ora come procederanno le cause intentate dal procuratore, né chi lo andrà a sostituire ma, anche in questo caso come accadde anche per Weinstein, in molti chiedono che sia una donna.