Il primo colpo di mano del governo Meloni arriva sullo spinosissimo tema di Ita. Per la piccola compagnia nata sulle ceneri di Alitalia, il governo Draghi aveva scelto – a sorpresa – la trattativa in esclusiva con il fondo americano Certares (con dietro Delta e AirFrance-Klm). Ieri sera, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la nota del ministero guidato da Giorgetti ad annunciare che la partita è totalmente riaperta. Niente proroga della trattativa in esclusiva: torna in gioco la cordata Msc-Lufthansa (preferita da Giorgetti) e perfino Wizz Air con il fondo Indigo.
«Cessano oggi gli obblighi di esclusiva concessi dal 31 agosto a Certares, Air France-Klm e Delta – afferma la nota del ministero – .Proseguono le interlocuzioni per la definizione di un possibile accordo di cessione del controllo di Ita».
Nel frattempo però il Mef, azionista unico di Ita, aveva defenestrato il presidente Alfredo Altavilla – anche per aver reso difficile la trattativa con Certares – e dato tutti i poteri all’ad Fabio Lazzerini che qualche giorno fa aveva mandato una lettera ai dipendenti sostenendo che la scelta del partner «spetta al governo». Una lettera che ora assume tutt’altro valore: evidentemente Lazzerini sapeva già della retromarcia di Giorgetti.
In tutto questo Certares sostiene di star lavorando giorno per giorno nell’analisi «dell’enorme» mole di dati di Ita a cui ha avuto accesso per arrivare in «tempi rapidi» ad una offerta «vincolante e definitiva».
Vedremo come finirà questa intricatissima partita. Di certo Giorgetti non ha mai nascosto di tifare Lufthansa tanto da dichiarare da ministro del Mise di Draghi e a nome della Lega che «l’avvio della negoziazione in esclusiva con Certares ci ha colti di sorpresa». La motivazione addotta era: «L’offerta non prevede un partner industriale». Dimenticandosi che Msc è leader del commercio navale e non si è mai occupata di cieli.
Il tutto è avvenuto nel giorno in cui il Consiglio dei ministri sforna decreti d’urgenza su tutto tranne che sulla «emergenza bollette, inflazione e caro energia» e la prima uscita istituzionale del neo ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti è stata dedicata alla Giornata nazionale del Risparmio. Ospitato dall’ex ministro Francesco Profumo (Associazione fondazioni e casse di risparmio) e dal sempiterno e inamovibile (nonostante crisi e scandali bancari) presidente dell’Abi Antonio Patuanelli, Giorgetti è intervenuto dopo il Governatore Ignazio Visco.
A inizio Giornata, il messaggio del presidente Mattarella è stato inequivocabile: «Difendere il valore dei redditi e del risparmio contro la crescita dell’inflazione, dovuta all’impennata del costo dell’energia e degli altri beni di prima necessita, appare piu che mai un compito primario al quale la Repubblica e tenuta per Costituzione», avverte il capo dello Stato.
Con l’inflazione all’11,9% e gli aumenti salariali all’1,2%, l’impoverimento del 10% dei lavoratori dipendenti è un fatto acclarato.
Detto questo, il Governatore della Banca d’Italia ha ribadito la sua linea, coerente con l’ortodossia neoliberista: no alla «spirale inflazione-aumenti salariali». In questo quadro Giorgetti si era limitato al compitino, tenendosi alla larga da ogni tema potenzialmente delicato. «Occorre il massimo impegno per proteggere l’economia delle famiglie e delle imprese dalle emergenze gravi del presente», aveva detto il ministro leghista.
Il primo scoglio di Giorgetti sarà la nuova Nadef, che dovrebbe vedere la luce venerdì. La prudenza dovrebbe portare a confermare le ultime stime del governo Draghi e a preparare una legge di bilancio incentrata sul caro bollette. L’unico elemento non affrontato ieri.