Il bombardamento di Matteo Salvini sul governo, dopo le misure anti Covid ora il nucleare – alimenta nei palazzi i sospetti di uno sganciamento leghista dalla maggioranza. Ieri il segretario della Lega è tornato alla carica ribadendo che «l’Italia ha bisogno di gas e nucleare pulito per aiutare famiglie e imprese a pagare bollette meno care, non ci servono dei No ideologici». Quelli di Pd e M5S, s’intende. Quanto a Draghi, Salvini si è detto sicuro che il premier e il ministro Cingolani Siamo sicuri che il premier «sosterranno l’impostazione della Commissione europea e di altri governi, da quello francese a quello finlandese» a favore dell’atomo.

QUESTO BOMBARDAMENTO, unito alle recenti frasi di Giorgetti sulla «fine di questa esperienza di governo» ha creato un clima così surriscaldato da far ricordare la vigilia del Papeete 2019, quando la Lega mise fine al governo Conte 1. Tanto che, a un certo punto, Salvini è stato costretto a far una uscire una velina secondo cui «non sta progettando alcuna uscita dal governo: la Lega intende rimanerci, con Mario Draghi a Palazzo Chigi, per completare il lavoro».

Le stesse fonti leghiste spiegano però che è necessario un cambio di marcia su alcuni temi a partire dall’immigrazione». Parole che non nascondono il profondo malessere di queste ore attorno al dilemma sul trasloco di Draghi al Quirinale e al nuovo governo che dovrebbe sostituire l’attuale.

Se da molte fonti trapela l’idea di un gentlemen agreement che prevederebbe la nascita di un governo politico a guida Pd con il passaggio della Lega all’opposizione (ipotesi caldeggiata da Giorgetti), da via Bellerio ricordano che «il nostro partito ha una radicata tradizione di governo» e «quando Salvini è stato vicepremier e ministro la Lega ha saputo raddoppiare i consensi nel giro di un anno». Un’altra era geologica. Il dato di fatto è che Salvini sta cercando di frenare l’ascesa del premier al Quirinale, preparandosi a lasciare la maggioranza nel caso in cui invece Draghi venga eletto capo dello Stato.

COMPLICE L’ACUIRSI della pandemia, il trasloco del premier continua a trovare ostacoli. Ieri persino il presidente francese Macron, durante una conferenza stampa con la numero uno dell’Ue Ursula Von der Leyen, è intervenuto nel dibattito italiano spiegando che «oggi abbiamo molta fortuna ad avere un presidente della Repubblica e un presidente del consiglio italiani cosi coraggiosi, europeisti ed amici della Francia. È una opportunità per la Francia e per tutti noi».

SULLA STESSA LINEA GOLDMAN Sachs in un report dedicato all’Italia dal titolo molto esplicito: «Draghi: should I stay or should I go». Il report della banca d’affari, di cui il premier è stato vicepresidente, contiene un consiglio per Draghi: rimanga dove sta. La sua uscita da palazzo Chigi infatti «scatenerebbe incertezza circa il nuovo governo e l’efficacia della sua politica», con il rischio di impatti negativi sull’utilizzo delle risorse e l’implementazione delle riforme legate al Recovery Fund.

LA PROSSIMA SETTIMANA porterà la discussione sul Quirinale nel vivo: lunedì Conte riunirà i parlamentari 5 stelle, martedì la segreteria del Pd (due giorni dopo ci sarà la direzione allargata ai gruppi di camera e senato), venerdì 14 il vertice del centrodestra con Berlusconi. Sul Cavaliere resta forte il pressing di Gianni Letta per un passo indietro a favore di Draghi, magati dopo aver verificato nelle prime tre votazione di non avere i 504 voti necessari per salire al Colle. Ma su Berlusconi, desideroso di una pubblica riabilitazione dopo la decadenza da senatore del novembre 2013, è difficile fare previsioni: di sicuro terrà su di sé i riflettori fino all’ultimo minuto utile.

SUL TEMA DEL CONGELAMENTO dello status quo (che prevede la rielezione di Mattarella), continua a pesare la volontà del capo dello Stato di non replicare il precedente di Napolitano. L’ipotesi potrebbe riprendere quota solo nel caso in cui l’emergenza Covid dovesse precipitare. Ma anche nel caso di enormi difficoltà nelle votazioni (per la presenza di molti grandi elettori malati o in quarantena9 , è più probabile che si vada verso la prorogatio di Mattarella per alcune settimane che verso la rielezione.